Puntura di calabrone: cosa fare e possibili conseguenze

La puntura di calabrone è un fenomeno tipico della bella stagione che può far passare qualche momento di paura per le possibili conseguenze che l'organismo può manifestare in conseguenza al veleno dell'insetto. In questi casi è importante sapere come comportarsi per limitare i sintomi ed evitare di incorrere in una grave reazione allergica.

Puntura di calabrone: cosa fare e possibili conseguenze

Cosa fare in caso di una puntura di calabrone e quali sono le possibili conseguenze? Tra i possibili disagi che la bella stagione porta con sé, l’incontro ravvicinato con un calabrone può essere un valido esempio. In realtà, la puntura di un calabrone non produce gravi sintomi nell’uomo, ma può diventare un serio pericolo nei soggetti allergici, arrivando addirittura a scatenare una reazione anafilattica. In questo caso se non si interviene subito si rischia seriamente la vita. Vediamo come è necessario comportarsi.

Caratteristiche del calabrone

I calabroni, come api e vespe, appartengono all’ordine degli imenotteri, una tipologia di insetti caratterizzati dal pungiglione finale, solo nelle femmine della specie, contenente del veleno per la difesa e l’attacco verso altri insetti o possibili aggressori.
L’adulto del calabrone è glabro, con una colorazione tendente al bruno rossiccio e la presenza di macchie e strisce gialle. A seconda della sottospecie d’appartenenza può raggiungere diverse dimensioni: in genere, la regina misura 35 mm di lunghezza, mentre i maschi e le operaie variano da 20 a 25 mm.
Pur essendo un insetto prevalentemente diurno, il calabrone svolge anche attività parzialmente notturna e lo si può trovare attivo anche in autunno inoltrato. Il suo caratteristico nido di carta lo si trova spesso vicino alle aree abitate dell’uomo, anche se quest’ultimo non rappresenta una vera e propria attrattiva per lui.
Infatti, per sua natura, il calabrone non attacca volontariamente l’uomo ma vi sono casi in cui se disturbati ed infastiditi, non esitano a pungere anche gli esseri umani e a mostrare tutta la loro aggressività.

Cosa fare in casi lievi

A seconda della reazione alla puntura di calabrone, ci saranno diversi metodi di trattamento. Nei casi più lievi, cioè quando la reazione è solamente cutanea, sarà possibile trattare la pelle seguendo semplici accortezze casalinghe:

Eliminare il veleno

Premere leggermente la pelle intorno alla puntura per far uscire il veleno. Tale operazione dev’essere eseguita massimo entro 30 secondi dopo l’inoculazione del veleno, perchè è il tempo in cui rimane in superficie. Farlo dopo sarebbe inutile.

Lavare con acqua e sapone

Lavare la cute punta dal calabrone con dell’acqua fresca e del sapone non aggressivo e possibilmente neutro.

Applicare del ghiaccio

Per alleviare il dolore e ostacolare i fenomeni infiammatori è necessario far scorrere acqua fredda sopra e attorno alla puntura, oppure applicare del ghiaccio avvolto in un fazzoletto per diverso tempo, fino alla scomparsa del dolore.

Stendere una crema analgesica

Dopo qualche ora dalla puntura del calabrone, sarà possibile stendere una crema con una miscela di analgesico, antistaminico e corticosteroide, disponibile in farmacia.

Ricorrere a rimedi naturali

Se non si vuole ricorrere a pomate cortisoniche, si può optare per trattare la puntura del calabrone con dei rimedi naturali altrettanto efficaci da applicare localmente sulla ferita e lasciare agire fino alla scomparsa del dolore e dell’edema.
Soluzioni efficaci per la loro azione antisettica, antinfiammatoria e lenitiva, sono degli ingredienti di facile reperibilità in cucina, quali:

  • aceto
  • aglio
  • cipolla
  • miele
  • limone
  • aloe vera

Cosa fare in casi più gravi

Se la reazione cutanea alla puntura di calabrone è particolarmente estesa o dolorosa, è possibile somministrare per via orale un antistaminico in grado di curare il problema in poco tempo.
Al contrario, se si sviluppa una reazione allergica è importante rivolgersi subito al medico o alla struttura sanitaria più vicina, per evitare che compaiono problemi respiratori, o di perdita di coscienza, che possano aggravare la situazione del soggetto allergico.
Le persone con conclamata allergia alle punture di api e vespe, o a quelle dei calabroni, hanno a disposizione un kit salva vita appositamente creato per queste situazioni di pericolo.
Il kit è costituito da un’iniezione di adrenalina, che blocca la reazione allergica in modo solo temporaneo, in modo da dare il tempo a chi viene punto di arrivare in una struttura ospedaliera e sottoporsi alla terapia antiallergica, scongiurando così il possibile shock anafilattico.

Possibili conseguenze

L’aggressione all’uomo avviene solo per difendere il nido a cui inconsapevolmente si è avvicinato. A differenza delle api, il pungiglione del calabrone è liscio e retrattile, per cui non rimane conficcato nella pelle e può, pertanto, pungere più volte.
Attraverso la puntura, il calabrone rilascia una piccola quantità di veleno, composto da una complessa miscela di proteine, che risulta tossica ed allergenica. Chi viene punto, può quindi andare incontro a due tipi di reazioni:

Sintomi comuni

Nella stragrande maggioranza dei casi, la puntura di un calabrone mostra sintomi irrilevanti per l’uomo. Nella zona interessata si avrà arrossamento, gonfiore e dolore, con un’intensità variabile da soggetto a soggetto, e una durata di massimo due ore.
L’edema che ne deriverà, simile a un ponfo, potrà causare prurito e fastidio per un paio di giorni.
Non è poi raro che, a causa di punture multiple, si manifestino altri sintomi di natura generale come vomito, diarrea, febbre e mal di testa. Le punture di calabrone sulla lingua e sulla bocca possono provocare problemi di respirazione non gravi. Se la reazione è comunque anomala, è necessario rivolgersi immediatamente ad un medico.

Reazione allergica

In un numero ridotto di casi, la puntura di calabrone può generare sintomi allergici e fino a causare lo shock anafilattico. Senza il tempestivo intervento medico, una situazione del genere può degenerare ed essere mortale per il soggetto allergico.
Il veleno del calabrone contiene delle sostanze che possono favorire, da parte del sistema immunitario, una risposta allergica contro il proprio organismo. La probabilità che una tale reazione si manifesti aumenta con la quantità di veleno inoculato e dal numero di punture dell’insetto.
La reazione allergica può essere locale e sviluppare gonfiore, edema, dolore intenso e calore sulla zona colpita. Ma può anche essere più intensa e presentarsi con:

  • orticaria
  • edemi in varie parti del corpo
  • febbre
  • vertigini
  • disorientamento
  • perdita delle facoltà intellettive
  • perdita di conoscenza
  • collasso
  • tenesmo vescicale

Prevenire le punture di calabrone

Per allontanare i calabroni, o evitare che ci pungano, non servono i comuni repellenti per insetti. È quindi opportuno prevenire le loro punture prestando particolare attenzione durante i picnic, o le gite all’aperto, e seguendo alcune regole di pratica utilità:

  • Non camminare a piedi nudi sull’erba
  • Non avvicinarsi a nidi di insetti
  • All’aperto, evitare l’uso di profumi dolci e fruttati
  • Indossare pantaloni e maglie lunghe in modo da proteggere più pelle possibile
  • Non sostare nei frutteti e fare attenzione dove ci si appoggia
  • Non lasciare residui di cibo o bevande dolci all’aperto