Pubertà precoce: allarme su dentifrici e cosmetici in gravidanza

La pubertà precoce sarebbe riconducibile all'esposizione delle bambine ad alcune sostanze chimiche presenti nei prodotti usati dalle madri

Pubertà precoce: allarme su dentifrici e cosmetici in gravidanza

Foto: Pixabay

L’insorgenza della pubertà precoce potrebbe essere favorita prima della nascita delle ragazze. Lo rivelano recenti studi che accendono i riflettori sull’uso di cosmetici e dentifrici in gravidanza. Al loro interno alcune sostanze chimiche che potrebbero avere influenza diretta su un anticipato sviluppo puberale.

Sotto accusa trucchi e dentifrici

Secondo uno studio condotto dai ricercatori dell’Università della California a Berkeley, la pubertà precoce riscontrata in alcune ragazze sarebbe da ascrivere all’esposizione delle pazienti ad alcune sostanze chimiche prima della nascita.

Queste sarebbero contenute in prodotti per l’igiene quotidiana e la cosmesi delle mamme: sotto accusa sono finiti dentifrici, trucchi e saponi.

Usarli in gravidanza, dunque, potrebbe produrre un’interferenza importante sullo sviluppo puberale dei figli. La ricerca ha coinvolto 338 bambine, monitorate per l’intero periodo che precede la nascita e arriva sino all’adolescenza.

Il risultato sarebbe chiaro: le figlie di donne con livelli di dietilftalato e triclosan maggiori durante la gravidanza sono arrivate prima alla pubertà. Si tratta di una tendenza che non è stata riscontrata nella popolazione maschile.

Le sostanze sotto accusa

Stando a quanto emerso, secondo gli studiosi potrebbe trattarsi di un’interferenza a livello ormonale.

Da un altro studio, condotto sui ratti, si è evidenziata una sensibile alterazione dello sviluppo riproduttivo in seguito all’esposizione degli esemplari alle sostanze chimiche oggetto di ricerca.

Tra queste ultime gli ftalati (presenti spesso in prodotti come profumi, saponi e shampoo) i parabeni (di uso conservante nei cosmetici) e i fenoli (tra cui il triclosan).

Nel corso degli ultimi 20 anni si è registrata una pubertà sempre più precoce. Si tratta di una condizione che preoccupa la comunità scientifica, in quanto legata a un incremento del rischio di insorgenza di patologie mentali e oncologiche.

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Parole di Giovanna Tedde