Psicologia: "farsi del male" allevia il senso di colpa

Volete espiare una colpa e sentirvi in pace con voi stesse? Fatevi del male! E' una tecnica che funziona: lo dimostra una ricerca australiana dell'Università del Queensland.

Psicologia: “farsi del male” allevia il senso di colpa

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Procurarsi dolore fisico per mettere a posto la coscienza: una tecnica che sembra funzionare. La dimostrazione scientifica è frutto di una ricerca australiana dell’università del Queensland, i cui risultati sono stati da poco pubblicati sulla rivista specializzata Psychological science. Soffrire fisicamente permente di “purificare l’anima” e quindi alleviare il senso di colpa. Per avvalorare la tesi, il team di ricercatori australiani ha preso in esame un campione di oltre sessanta volontari e l’ha suddiviso in tre gruppi.

Ai volontari dei primi due gruppi è stato chiesto di raccontare un aneddoto in cui avessero emerginato o rifiutato un’altra persona, mentre ai volontari del terzo gruppo è stato chiesto di parlare delle loro normali interazioni sociali quotidiane. Nella fase successiva dell’esperimento, i ricercatori hanno chiesto a tutti i volontari di immergere la mano destra in un recipiente colmo d’acqua gelida e di lasciarla dentro fino a quando potevano resistere al dolore. Subito dopo è stato chiesto ai volontari di compilare un questionario utile a quantificare il loro senso di colpa.

 
Ebbene, i soggetti a cui era stato chiesto di raccontare un episodio spiacevole della loro vita hanno lasciato la mano nell’acqua mediamente più a lungo rispetto agli altri volontari, come se inconsciamente volessero espiare una colpa. Una tesi avvalorata anche dai risultati dei questionari (i volontari dei primi due gruppi hanno manifestato un maggior senso di colpa).

 
Secondo gli studiosi, i risultati della ricerca dimostrano che chi si sente in colpa tende a procurarsi dolore fisico inconsapevolmente per sentirsi in pace con se stesso. Un comportamento che, secondo il coordinatore dello studio australiano, rappresenterebbe “un segnale con cui il trasgressore mostra rimorso alla sua vittima, quando non ci sono altri strumenti meno dolorosi disponibili, come regalare un mazzo di fiori’.

Parole di Lucrezio.Bove