Protesi al seno cancerogene, allarme anche in Italia

In Francia è scattato l’allarme protesi al seno cancerogene, per cui 30mila donne che erano state sottoposte all’impianto dovranno rimuoverle, ma la cosa riguarda anche l’Italia.

Protesi al seno cancerogene, allarme anche in Italia

Protesi per il seno al silicone cancerogene, e in Francia se ne vieta l’impianto ma, soprattutto, si invitano caldamente le circa 30mila donne già sottoposte alla mastoplastica additiva a ritornare sotto ferri del chirurgo plastico per rimuoverle. La notizia si è diffusa istantaneamente, grazie al quotidiano francese Liberatiòn, generando il panico anche qui in Italia, dove sarebbero tra le 4mila e le 5mila le donne a rischio secondo il chirurgo Giulio Basoccu dell’Università La Sapienza di Roma. Le protesi sotto accusa sono quelle di una marca specifica, la PIP, giudicate nocive perché difettose.

Si legge sul giornale: “Le protesi, concepite a partire da un gel non conforme, possono strapparsi e provocare, oltre a delle infiammazioni, dei tumori”. Insomma, la questione è grave e mette seriamente in pericolo tutte le donne a cui siano state impiantate queste protesi, pensate che dai dati in possesso del Ministero della Salute francese, già otto casi di cancro alla mammella sono stati segnalati, e il timore è che se non interviene subito con una massiccia opera di rimozione, non restino isolati.
 
Il Governo d’Oltralpe spinge affinché la cosa venga risolta quanto prima: “L’urgenza è che tutte le donne che portano delle protesi PIP tornino dal chirurgo – raccomanda dalle pagine di Liberatiòn la portavoce del Governo, Valerie Pecresse, sottolineando che – Se si tratta di un’urgenza sanitaria e di salute pubblica la nuova operazione sarà a carico dello Stato”.
 
Perciò le 30mila donne francesi sottoposte a mastoplastica additiva con le protesi cancerogene si opereranno al più presto, e le italiane? Godranno dello stesso trattamento dal parte del nostro Servizio sanitario nazionale o meno? Speriamo di potervi fornire al più presto delucidazioni in proposito.

Parole di Paola Perria