Di Irene | 9 Marzo 2009
C’è un problema che colpisce moltissime donne ma che ha un nome praticamente sconosciuto: vulvodinia.
E’ un disturbo che riguarda le parti intime e, da qualche anno, è considerata una vera malattia che impedisce le azioni quotidiane più comuni.
La vulvodinia è un disturbo intimo femminile che si presenta con dolore intenso, bruciore e fastidio e che interferisce molto che le normali azioni quotidiane. Ad esempio chi soffre di questa malattia non riesce ad indossare i jeans stretti, ad accavallare le gambe, andare in bici e anche stare sedute a lungo provoca fastidio.
La causa purtroppo è sconosciuta.
La diagnosi non è semplice perchè non ci sono lesioni agli organi genitali esterni e spesso i ginecologi la scambiano per cistite o vaginite.
Anche avere rapporti sessuali può rappresentare un problema, proprio per il dolore che si prova a causa della vulvodinia.
Il bruciore è accompagnato dalla sensazione di essere punte da uno spillo. Per essere sicure di soffrire di vulvodinia, il dolore deve persistere da almeno tre mesi, non deve essere accompagnato da prurito e non ci devono essere lesioni agli organi genitali esterni.
Per fare la diagnosi, i ginecologi utilizzano semplicemente un cotton-fioc con cui toccano le aree interessate dal dolore. Le donne che soffrono di questa patologia avvertono un dolore fortissimo al contatto del cotton-fioc.
Oltre alle cure mediche, l’Associazione italiana vulvodinia consiglia di seguire alcune semplici regole:
indossare unicamente biancheria intima bianca di cotone, evitare pantaloni attillati, usare detergenti intimi delicati , bere molta acqua, evitare il più possibile i salvaslip ed usare solo assorbenti di cotone, non praticare gli sport come la bicicletta, l’equitazione, o la cyclette, evitare assolutamente di usare assorbenti interni e dopo i rapporti sessuali fare un bidet con acqua fredda.
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Parole di Irene