Preleva un litro di sangue al figlio per 5 anni: infermiera condannata

La donna avrebbe iniziato i prelievi quando il figlio aveva appena 11 mesi, sino ai 6 anni di età. Avrebbe cercato di giustificarsi sostenendo che fosse gravemente malato.

Preleva un litro di sangue al figlio per 5 anni: infermiera condannata

Foto: Pixabay

Per 5 anni ha prelevato circa un litro di sangue a settimana al figlio, fingendo che fosse malato. Per un’infermiera danese di 36 anni è arrivata la condanna a 4 anni di carcere, e il caso ha scosso le cronache nazionali.

Prelievo settimanale per 5 anni

In Danimarca si è scatenato un acceso dibattito sul caso di un’infermiera 36enne, finita sotto accusa per aver messo in pericolo la salute del figlio e poi condannata a 4 anni di reclusione.

Secondo le carte dell’inchiesta avrebbe sottoposto il bambino a prelievi immotivati di sangue (si parla di un litro a seduta), con frequenza settimanale per 5 anni.

La 36enne avrebbe agito indisturbata dagli 11 mesi ai 6 anni di età del piccolo, inducendolo in uno stato di severa debilitazione.

Lo scorso 7 febbraio è stata emessa la sentenza a suo carico, dopo una bufera mediatica che l’ha travolta anche via social. È proprio sul web che la donna, una volta smascherata, avrebbe provato a giustificare l’assurda condotta: “Mio figlio è malato, ha problemi al midollo e necessita di continui prelievi“.

Stando a quanto emerso in sede di indagine, invece, il minore non aveva alcuna patologia e i prelievi sono stati praticati sistematicamente senza alcuna prescrizione e necessità: “Gli ha tolto un litro di sangue alla settimana con piccole siringhe attraverso un tubo permanente posizionato sul petto“, si legge sul quotidiano danese online DR.

La donna ha perso la custodia del bambino, che ora vive con il padre e ha recuperato le forze. Il miglioramento delle sue condizioni è stato repentino, immediatamente dopo l’arresto della madre (avvenuto nel 2017).

Le indagini erano scattate dopo la segnalazione di un pediatra che aveva visitato il bimbo per una banale influenza. Il quadro clinico era apparso piuttosto preoccupante, e le successive analisi hanno evidenziato valori allarmanti.

La polizia ha installato delle telecamere nascoste nell’abitazione, scoprendo la verità sconcertante.

Sottoposta a interrogatorio, l’infermiera non ha saputo spiegare come tutto sia iniziato: “Non so esattamente quando ho iniziato. È successo gradualmente. Ho buttato il sangue nel water e ho bruciato le siringhe“.

Sulla donna è stata condotta anche una perizia psichiatrica, disposta dal tribunale: l’esito riferisce che è affetta da sindrome di Munchausen, disturbo per cui si tende a simula una patologia per attirare l’attenzione.

Parole di Giovanna Tedde