Poste Italiane penalizza le dipendenti in maternità

Poste Italiane nega il premio di produzione alle donne in congedo di maternità obbligato: ovviamente si tratta di una penalizzazione molto grave nei confronti del genere femminile.

Poste Italiane penalizza le dipendenti in maternità

Nonostante Poste Italiane sia stata premiata nel 2007 dal ministero del Lavoro con il bollino rosa per l’attenzione nei confronti delle donne lavoratrici, una recente decisione dell’azienda sta facendo discutere. Poste Italiane infatti ha deciso di non riconoscere il premio di produzione alle donne che nell’ultimo anno erano in congedo di maternità obbligatoria, che ammontava a circa 140 euro. La CGIL ha così deciso di sottoporre, con una lettera, il problema al ministro del Welfare, Elsa Fornero, sottolineando il “cattivo esempio” dell’azienda.

Poste Italiane è la più grande azienda del Paese con 145mila dipendenti di cui il 53% donne: l’azienda ha così deciso di non riconoscere il premio di produzione a tutte le donne che nell’ultimo anno erano congedo di maternità obbligatoria, che ammonta a cinque mesi tra pre e post-partum ma anche a tutti i dipendenti assenti per i malattie invalidanti, come il cancro.

Un accordo firmato da Uil Poste, Failp-Cisal, ConfsalCom e UglCom ma non accettato né dalla Cgil e Cisl. Slc Cgil sottolinea come sia “un segnale estremamente negativo nei confronti delle politiche familiari”.

Emilio Miceli, segretario nazionale Slc Cgil e Mario Petitto, Slp Cisl hanno poi fatto notare come la trattativa precedente all’accordo “ha evidenziato un incomprensibile posizione aziendale. Nonostante gli utili rilevanti ottenuti in questi anni l’accordo avrebbe negato aumenti strutturali per l’intero triennio e penalizzando il prospetto delle riduzioni per malattia introducendo un ulteriore scaglione con una decurtazione del 75% della quota regionale”.

Si tratta ovviamente di una penalizzazione molto forte per le donne in età fertile. Questa decisione infatti non consente alle donne in congedo di maternità, diritto assolutamente inalienabile di ogni donna, di ricevere il premio di produzione come tutti gli altri dipendenti.

Barbara Apuzzo, delle segreteria nazionale servizi postali Slc Cgil ha fatto notare come la decisione sia “un durissimo colpo alle donne in età fertile, la maggioranza in azienda, dato il rinnovamento anagrafico di cui gli esodati in Poste Italiane ne sono l’esempio più evidente”.

Ha deciso di dare battaglia Susanna Camusso iniziando una vera e propria “battaglia di genere” e coinvolgendo anche le deputate e le senatrici presenti in Parlamento.

Insomma le donne incinta o che hanno avuto un figlio ricevono un stipendio minore dei colleghi che non hanno avuto bisogno del congedo di maternità. Una chiara violazione di un diritto base delle donne, che ovviamente ha sollevato tantissime polemiche bipartisan.