Pigchic: intervista a Demetra Dossi

Fashion blogger: se non avete sentito parlare di questo fenomeno nelle ultime settimane probabilmente vi siete rintanati in un eremo solitario sull'Himalaya o avete traslocato su Marte. Durante le scorse sfilate praticamente tutti i media, dalle tv ai giornali si sono occuopati di loro, ragazze che attravero i loro blog parlano della moda che più amano o presentano i loro outfit preferiti facendosi fotografare da amici o fidanzati. Oggi conosciamo meglio Demetra Dossi, che circa un anno fa ha creato Pigchic, blog di moda e tendenze dalla grafica accattivante e dai contenuti interessanti che ben presto l'ha trasformata in una delle regine delle fashion blogger.

Pigchic: intervista a Demetra Dossi

Fashion blogger: se non avete sentito parlare di questo fenomeno nelle ultime settimane probabilmente vi siete rintanati in un eremo solitario sull’Himalaya o avete traslocato su Marte. Durante le scorse sfilate praticamente tutti i media, dalle tv ai giornali si sono occupati di loro, ragazze che attravero i loro blog parlano della moda che più amano o presentano i loro outfit preferiti facendosi fotografare da amici o fidanzati. Oggi conosciamo meglio Demetra Dossi, che circa un anno fa ha creato Pigchic, blog di moda e tendenze dalla grafica accattivante e dai contenuti interessanti che ben presto l’ha trasformata in una delle regine delle fashion blogger.

Ciao Demetra, parlaci un po’ di te e di Pigchic.
Ho quasi 21 anni e studio giurisprudenza alla Statale di Milano. Circa un anno fa ho inaugurato Pigchic perchè volevo condividere con gli altri la mia passione per la moda. Il nome nasce dal maialino, che contraddistingueva il mio attaccapanni quando ero all’asilo. Inizialmente parlavo un po’ delle solite notizie che troviamo su un po’ tutti i blog di moda, come per esempio i servizi fotografici che troviamo nelle riviste, poi circa sei mesi fa ho deciso di cambiare rotta, parlando dei trend e delle cose che trovo più interessanti. Ho anche inaugurato alcune rubriche, come “Where to buy”, una guida sui negozi più belli delle principali città del mondo, o “Style Icon”.
 
Ti aspettavi un successo del genere?
No! All’inizio pensavo che Pigchic potesse essere un modo per farmi conoscere in un mondo dove entrare è davvero molto complicato. Ci speravo, certo, ma non credevo che dopo un anno mi avrebbe citato il Corriere della Sera o Vogue o che marchi come Alberto Guardiani, Sergio Rossi o Brioni mi invitassero alle presentazioni delle loro nuove collezioni. E’ stato bellissimo, ho avuto la possibilità di andare nel backstage e fotografare le modelle. Ero nel mio mondo!
 
Come ci si sente a essere una delle blogger più lette in Italia?
Sono molto soddisfatta, Pigchic piace davvero molto, ogni giorno riceve circa duemila visite. I lettori sanno che sul mio blog trovano articoli che non possono trovare da nessun altra parte. Ho molti fan anche sulla fanpage di Pigchic su Facebook, più di 1.200.
 
I tuoi post sono sia in italiano che in inglese. Come mai hai fatto questa scelta?
Ho deciso di rendere il blog più internazionale con la traduzione in inglese, per la quale mi aiuta spesso Anna Clara Caimi, perché penso che il difetto dei nostri blog italiani sta nel fatto che scrivendo solo nella nostra lingua abbiamo meno possibilità di essere lette all’estero.
 
Cosa consiglieresti a una ragazza che come te ama la moda e vorrebbe aprire un blog?
Sicuramente trovare una grafica particolare che lo contraddistingua e trovare notizie che non si possono trovare da nessun’altra parte. Oggi ci sono veramente tantissimi blog nella rete e per riuscire a sfondare bisogna dare qualcosa che gli altri non offrono.
 
Il fenomeno delle fashion blogger è molto variegato, ci sono quelle che scrivono e parlano di tendenze come te e quelle che si fanno fotografare con i look più azzeccati. Hai mai pensato di pubblicare anche tu le tue foto?
No, perchè penso che inserire le foto dei propri outfit limiti molto i contenuti del blog perché alla fine ci si limita a parlare soltanto di quello che si indossa, io preferisco parlare della moda in generale. Fotografarsi inoltre richiede un grande impegno perché ogni giorno bisogna proporre un outfit differente in una location sempre nuova. Con gli impegni che ho sarebbe molto difficile.
 
Parlando in generale di moda, se ti dico “scarpe”, a chi pensi?
Cesare Paciotti. Mi piace tantissimo e sono sue le prime scarpe importanti che ho comprato. Me lo ricordo ancora, ho passato un’estate ad adorarle davanti alla vetrina e finalmente a settembre ho trovato un paio del mio numero in saldo. Era un po’ un segno del destino! Mi piacciono le scarpe un po’ particolari, un po’ strane. Ora se qualcuno mi desse dei soldi e mi dicesse compra quello che vuoi punterei sulle Mary Jane di Miu Miu con le rondini e decorazioni di Swarovski. Io amo le scarpe, trovo che con un tacco 12 ogni donna possa sentirsi bella e sexy.
 
E se dico “borse”?
Chanel 2.55. E’ il mio sogno. Ma sono molto affezionata alla Speedy di Louis Vuitton, è stata la prima borsa che ho comprato. In generale non amo molto vestirmi di marca, preferisco investire i miei soldi in borse e scarpe firmate perché durano di più e possono rendere particolare anche un semplice vestito di H&M o di Zara.
 
Delle ultime sfilate quali collezioni ti sono piaciute di più?
Mi sono piaciute tantissimo quelle di Prada, Miu Miu e Burberry, mentre ho odiato quella di Chanel. Di solito Karl Lagerfeld non mi delude mai, ma questa volta purtroppo ha proposto degli abiti davvero inguardabili. Gli stivali pelosi sono il peggio di questa collezione. Mi piacerebbe andare davanti alle boutique a stringere la mano alle coraggiose clienti che spenderanno migliaia di euro per un accessorio o un paio di scarpe bruttissime!
 
Oltre al tuo blog ora ti occupi anche di una linea di t-shirt. Come sono nate?
Era già un po’ di tempo che volevo creare una collezione tutta mia, ma per un motivo o per l’altro non ro mai riuscita a concretizzare nulla. Da dicembre però, spronata un po’ dai miei amici e dalla mia famiglia, mi sono messa all’opera e ho realizzato questa piccola linea che è composta da quattro magliette. Tre sono dedicate a personaggi come Gemma Ward, Giorgio Armani e Naomi Campbell, accompagnate da uno slogan simpatico, la quarta invece ha un claim in inglese che ha molto successo e che dice “Sono politeista, credo in Manolo, Dior, Louboutin e Lacroix”. La linea ha molto successo, tanto che sto pensando di crearne una seconda più piccola e una collezione in limited edition, dove ci sarà anche un t-shirt dedicata ad Alexander McQueen. Ma per ora non posso anticipare nient’altro, sarà una sorpresa!
 
Come vedi il tuo futuro, da avvocato o da giornalista di moda?
Mi piace molto studiare il diritto e le leggi, ma non è quello che voglio fare nella vita. Non mi vedo come avvocato, probabilmente durante una causa andrei dal giudice a chiedergli che cosa ne pensa delle scarpe della stagione! Mi piacerebbe lavorare nel mondo della moda e grazie a Pigchic sto ricevendo molte proposte di lavoro, per esempio mi ha contattato una casa editrice e sono in contatto con diverse riviste per delle collaborazioni. Vorrei continuare a scrivere di moda, ma anche occuparmi di grafica o perché no, andare a caccia di nuove tendenze per i vari brand.

Parole di Marinella Borzi