Piante carnivore: come curarle?

Le piante carnivore sono tutte originarie di zone umide, perciò necessitano di calore e acqua per sopravvivere. Anche la luce è importante e un terriccio a base di torba o perlite.

Piante carnivore: come curarle?

Siete affascinati dalle piante carnivore? Non siete i soli. Spesso il primo impatto con queste particolarissime “trappole per insetti” non è diretto, ma mediato da film, serie tv o cartoni animati in cui, ad essere messo in risalto, è proprio l’aspetto predatorio della pianta carnivora. Presentate come spaventose o strano scherzo della natura, proprio per il paradosso che il loro stesso nome contiene ci… intrigano. Ma perchè una pianta dovrebbe nutrirsi di “carne”? Non è frutto di un mutazione genetica, ma semplicemente una caratteristica sviluppata nei millenni per poter sopravvivere in ambienti ostili.

Le piante carnivore sono tutte originarie di zone paludose, dove è più difficile estrarre dal terreno il nitrato, un sale di cui hanno bisogno per crescere (come tutte le piante, del resto), perciò hanno imparato a “succhiarlo” dagli insetti che catturano. “Insettivore” è infatti anche l’aggettivo che le qualifica. Oggi parliamo di quattro specie tra le più conosciute e coltivate anche a queste latitudini: la Rosolida, la Dionaea Muscipola, il Nepente e la Pinguicola. Vediamo un po’ come si curano.
 
Piante carnivore: la Rosolida
Piante carnivore rosolida
Cominciamo con la Rosolida, il cui nome scientifico è Drosera Rotundifolia. Pianta carnivora molto bella da vedere, con foglie sul rosso coperte di piccoli tentacoli appiccicosi con i quali cattura gli insetti. Questa pianta va coltivata in vasi di plastica di almeno 12 cm di diametro. Il substrato sarà un terriccio composto da torba bionda di sfagno (70%) e perlite (30%). Innaffiate la rosolida con acqua distillata, facendo in modo che rimanga sempre un po’ d’acqua nel sottovaso. Naturalmente hanno bisogno di umidità, e tollerano male il freddo, ma è comunque preferibile sistemarle all’aria aperta, in zone del giardino sempre ben illuminate e riparate da pioggia e vento. In questo modo sarà per loro facile attrarre gli insetti di cui necessitano per crescere. Non vanno fertilizzate.
 
Piante carnivore: la Dionaea Muscipola
Piante carnivore Dionea Muscipola
Veniamo alla più celebre pianta carnivora (almeno nell’immaginario collettivo): la Dionaea Muscipola, detta anche “pigliamosche”. Pianta dotata di temibili foglie a “trappola” caratterizzate, ai bordi, da lunghi “artigli” simili a spine. Quando l’ignaro insetto, si posa sui peluzzi, la foglia si chiude a scatto e… per il malcapitato non c’è nulla da fare! Anche questa pianta, originaria delle paludi americane, richiede un substrato a base di torba. In estate deve stare al sole, regge anche temperature alte, se ben innaffiata e nel sottovaso non deve mai mancare qualche cm d’acqua. In inverno va in una sorta di “letargo”, e riesce a resistere a temperature anche sotto lo zero ma per brevi periodi. Va sempre e comunque tenuta vicino a fonti luminose.
 
Piante carnivore: il Nepente
Piante carnivore Nepente
Il Nepente – ce ne sono di diversi tipi – è una bellissima pianta che, a differenza delle altre due, non “acchiappa” gli insetti appiccicandoli o imprigionandoli nelle foglie ma… li affoga. Possiede, a tal scopo, delle foglie a forma di vaso, molto scenografiche, che all’interno secernono un liquido dall’odore dolce, che attira le prede. Per coltivarla è bene usare un substrato a base di sfagno e perlite, mantenendo la pianta in zone ben illuminate, specie in estate, all’aria aperta. L’umidità deve essere sempre molto alta (almeno 80%), per questo è bene lasciare un po’ d’acqua nel sottovaso. In inverno, se portate la pianta al chiuso, fate in modo che l’ambiente sia arieggiato e che una fonte di illuminazione non manchi mai.
 
Piante carnivore: la Pinguicola
Piante carnivore Pinguicola
Ultima delle nostre piante carnivore: la Pinguicola o pinguicula. Deliziosa, piccola pianta dalle belle foglie arrotondate e carnose (sempre trappole per insetti, si capisce) di un verde tenero, che produce un fiore delicato, bianco o violetto. Andrà coltivata usando un substrato misto di perlite, vermiculite e sabbia. Necessita di una umidità al 70% circa, perciò lasciate sempre un pochino (non troppa!) d’acqua nel sottovaso, anche se la quantità andrà ridotta fino ad una interruzione temporanea in inverno. Questa pianta ha meno bisogno di luce, perciò potrete tenerla anche in ambienti ombreggiati senza problemi, purché arieggiati.
 
Per qualche info in più sulle piante carnivore leggete anche:
Come curare le piante carnivore

Parole di Paola Perria