Perdite acquose in gravidanza: cause e cosa fare

Le perdite acquose in gravidanza, un'eventualità frequente durante la dolce attesa, cerchiamo di sapere qualcosa in più sulle cause e su cosa fare.

Perdite acquose in gravidanza: cause e cosa fare

Perdite acquose in gravidanza? Niente panico, ecco quali sono le possibili cause e cosa fare nel caso in cui si verifica questa eventualità, decisamente più frequente di quanto si creda. Sì, perché nella maggior parte dei casi è un’eventualità assolutamente normale, addirittura fisiologica che non solo non dovrebbe destare alcuna preoccupazione ma non dovrebbe nemmeno comportare la necessità di trovare rimedi o di rivolgersi allo specialista, anzi. Ma cerchiamo di saperne e capirne di più.

Le cause

Esistono diversi tipi possibili di perdite vaginali. Da quelle bianche a quelle marroni fino a quelle ematiche, l’elenco è più lungo di quanto molte sospettino. Ma quando si tratta di perdite trasparenti e acquose, nella maggior parte dei casi non si tratta di nulla di serio, ma di un’eventualità assolutamente normale. Una possibilità molto frequente nei primi mesi di gravidanza, quando gli stravolgimenti ormonali causano un aumento della lubrificazione interna degli organi genitali femminili con una conseguente strana sensazione di bagnato. Una possibilità da non escludere anche quando il pancione cresce e le piccole perdite potrebbero essere di urina, complice l’aumento di pressione dell’utero sulla vescica della gestante. Quando le perdite, invece, sono a fine gravidanza e molto abbondanti, potrebbero essere le acqua che si sono rotte e che indicano l’inizio imminente del travaglio.

Cosa fare

In linea di massima, non c’è assolutamente nulla da fare. Non trattandosi di un disturbo a cui porre di rimedio o di un problema da risolvere non serve nessun pronto intervento specifico. Se, però le perdite sono molto abbondati e frequenti, maleodoranti o non limpide meglio rivolgersi al ginecologo di fiducia per verificare che non ci siano complicazioni o infezioni vaginali in corso.

Parole di Camilla Buffoli