Olimpiadi di Londra 2012, le storie delle donne in gara

Proseguono le attesissime Olimpiadi di Londra 2012 e tra gare, medaglie, delusioni e record del mondo vogliamo raccontarvi le storie delle donne in gara.

Olimpiadi di Londra 2012, le storie delle donne in gara

Le Olimpiadi di Londra 2012 sono in pieno svolgimento e pian piano stiamo scoprendo storie, vite e sogni delle atlete. Purtroppo questi atleti “minori” non godono degli onori che sono riservati ai calciatori e spesso i loro nomi si sentono solo durante le olimpiadi, eccezion fatta per la chiacchiarata Federica Pelllegrini e per Valentina Vezzali che dopo nove medaglie è l’italiana più medagliata della storia. Scopriamo insieme le storie delle donne in gara ai giochi olimpici di Londra, vite speciali per ragazze normali…

Ilaria Salvatori: la fiorettista di riserva

fioretto_ilaria
La prima storia che vogliamo raccontarvi è quella di Ilaria Salvatori, una fiorettista molto brava, la numero 8 al mondo, una posizione che in tutto il mondo le varrebbe il ruolo di gioiellino della squadra ma che in Italia non è abbastanza per essere tra i titolari, dato che ci sono Elisa Di Francisca, Arianna Errigo e Valentina Vezzali rispettivamente le prime tre fiorettiste più forti del mondo. Nella finale a squadre Ilaria non ha brillato, ma d’altronde non è semplice stare nella sua posizione, le compagne l’hanno voluta in pedana, in modo che potesse salire anche lei sul podio con la medaglia d’oro. Ilaria è il collante della squadra, quella che riesce a tenere insieme i caratteri di Elisa, Arianna e Valentina. Ilaria è la campionessa più vicina alle donne normali e ci piace, moltissimo.

Elisa Casanova: la giocatrice curvy

Londra 2012 Italia vs Russia Pallanuoto femminile
Elisa Casanova è il capitano del Setterosa, la nazionale di Pallanuoto femminile, che rappresenta l’Italia ai giochi olimpici di Londra. Il giornale tedesco “Bild” l’ha definita “bruttona olimpica” insieme ad altre colleghe cinesi, sud-coreane, tunisine e thailandesi. Non sappiamo quale sia la taglia del genio autore dell’articolo ma di certo il suo cervello è “travel size”… ora si dice così. Una campionessa mondiale di 39 anni, forte, determinata e combattiva, che nella carriera ha vinto tutto, si giudica per la sua taglia? Vorremmo tanto vedere il giornalista del Bild con la tutina succinta del Setterosa come starebbe! Speriamo tanto che queste critiche inutili, fatte solo per far aumentare le visite, scivolino addosso alla nostra meravigliosa Elisa e che le diano la giusta carica per portare il Setterosa sul podio.

Gabrielle Douglas: lo scoiattolo volante

Gabrielle Douglas
Gabrielle Douglas è l’americana 17enne che ha vinto la medaglia d’oro nella ginnastica all around, la Douglas è la prima donna di colore a vincere il titolo del concorso generale. Gabrielle ha combattuto contro tutto e tutti, ha lasciato la sua famiglia, si è trasferita nel West Des Moines in Iowa per potersi allenare con Liang Chow (allenatore della campionessa olimpica Shawn Johnson). Vive con una famiglia che l’ha ospitata e le ha consentito di realizzare il suo sogno.

Wojdan Shaherkani: la prima col velo

Wojdan Shaherkani
Wojdan Shaherkani è la prima donna a cui è stato concesso di gareggiare con il velo, rigorosamente in lycra e con il velcro. Una judoka dell’Arabia Saudita di soli 16 anni che ha poche chance di vincere ma che ha conquistato un oro nel campo dei diritti delle donne.

Kayla Harrison: dagli abusi al tatami

Kayla Harrison
Kayla Harrison si è allenata sin da bambina solo che a 11 anni il suo allenatore, Daniel Doyle, la molestava e la minacciava per farla stare in silenzio. Ha trovato il coraggio di dire la verità solo dopo due anni, ha denunciato il suo aguzzino ed è salita sul banco dei testimoni, poi è tornata sul tatami, si è allenata ed è arrivata a Londra 2012!

Nataliya Dobrynska: a Londra per il marito

Nataliya Dobrynska
L’ucraina Nataliya Dobrynska è la campionessa mondiale di pentathlon indoor, ha solo 30 anni e pochi mesi fa è rimasta vedova, il suo compagno e allenatore Dmitry Poliakov, è venuto a mancare per colpa di un sarcoma a soli 47 anni. Lei adesso gareggia per lui, per onorarlo. “È stato malato per quasi due anni, ma non voleva dirlo a nessuno, al di fuori della sua famiglia. Era un uomo forte, e non sopportava la pietà di nessuno. Era mio marito, il mio migliore amico, il mio coach. La vittoria mondiale a Istanbul l’ho dedicata a lui: era così felice, anche se sapeva che non mi avrebbe mai accompagnata a Londra. Farò tutto il possibile per vincere una medaglia ai Giochi. Sarà il miglior tributo possibile alla sua memoria” ha dichiarato Nataliya.

Nur Suryani: in gara con il pancione

Olimpiadi 2012 atleta ottavo mese gravidanza
Nur Mohamed Suryani Taibi è la prima atleta al mondo a gareggiare alle Olimpiadi all’ottavo mese di gravidanza, non ha vinto, ma già il fatto di aver partecipato è una bella conquista! Per fortuna la sua disciplina è l’Air rifle (centrare un bersaglio con un grosso fucile), e non qualche sport più movimentato.

Tania Cagnotto e Francesca Dallapè: la maledizione dei tuffi

Londra_2012_Cagnotto Dallapè sincro
Tania Cagnotto e Francesca Dallapè sono due bravissime tuffatrici italiane, nello sport allenamento e preparazione sono importanti, ma è necessaria anche un pizzico di fortuna. Tania e Francesca hanno conquistato un quarto posto, che sa tanto di beffa, alla finale dei tuffi sincronizzati e sono state battute solo per pochi centesimi. Ieri nella finale individuale, Tania, che era seconda nel punteggio di qualificazione, è arrivata quarta nella finale per 20 centesimi di punto, uno scarto irrisorio equiparabile al fotofinish. Tania era disperata, Francesca che commentava la finale con i cronisti di Sky, appena ha capito cosa era successo si è tolta gli auricolari ed è corsa ad abbracciare la sua amica negli spogliatoi. Purtroppo nei tuffi, come nella ginnastica, i punteggi sono affidati ai giudici, non ci sono cronometri o lunghezze da superare, è tutto a mano di uomini che, per definizione, non sono ne perfetti ne parziali.

Jessica Rossi: l’Emilia che non molla

jessica rossi
Jessica Rossi è la ventenne ragazza emiliana che ha vinto la medaglia d’oro nella specialità del trap fossa olimpica di tiro a volo ai Giochi olimpici. Questa briosa biondina ha frantumato 99 piattelli su 100 stracciando le avversarie e stabilendo il nuovo record del mondo. E’ rimasta senza casa a maggio, ha avuto paura ma ha lottato e, con fredda lucidità, è riuscita a portare a casa la medaglia più ambita, lo voleva con tutte le sue forze… per la sua terra! “Dedico la medaglia alla mia grandissima Emilia, che non deve mollare mai. Grazie ai miei genitori e a tutti quelli che mi hanno sostenuto per vincere questa medaglia. L’avevo preparata dall’inizio alla fine e non ho lasciato andare via mai una fucilata. Tutte le sere mi addormentavo con il pensiero di andare via con l’oro al collo, non sono contenta…di più”.

Caster Semenya: troppo forte per essere donna

caster semenya
Caster Semenya è una velocista sudafricana che nel 2009 ha vinto gli 800 donne ai Mondiali di atletica a Berlino. Caster Semenya è molto veloce, vince con un tempo molto forte e questo non piace agli avversari che insinuano che non sia veramente una donna. A soli 21 anni Caster Semenya si è dovuta sottoporre ad un umiliante controllo di genere per accertare che fosse davvero una donna, si sospettava un caso di ermafroditismo ed è stata sospesa dall’attività sportiva per un anno in attesa dei risultati dei test. Adesso Caster è tornata, ma non va forte come prima, pare che la causa sia dovuta al fatto che per legge, le donne che superano un certo livello di testosterone sono obbligate a sottoporsi a cure ormonali, per non avvantaggiarle. Una storia abbastanza triste e umiliante che però la velocista sudafricana archivia come passato: “Quello è il passato. Devo concentrarmi sul futuro, sulla corsa. Ogni anno che passo, divento un’atleta più rilassata, capisco che cosa bisogna ascoltare e che cosa bisogna ignorare. La gente fa domande che possono ferirti, ma io devo essere sempre positiva. Devo imparare a comportarmi in maniera professionale”.

Tamika Catchings: la campionessa di basket che non ci sente

Tamika Catchings
Tamika Catchings è una brillante cestista statunitense, professionista nella WNBA, ovvero la NBA in versione femminile. Tamika è sorda, da bambina doveva portare degli enormi apparecchi acustici e per questo era presa in giro dai compagni di scuola, al punto che non voleva più metterli, li ha buttati ed i genitori, per dargli una lezioncina, non glieli hanno ricomprati. Tamika però non le voleva sapere di essere una “disabile”, ha imparato da sola a leggere il labiale ed è diventata più forte e determinata. “La punizione dei miei genitori mi ha fatto diventare la persona, la giocatrice che sono ora. È così che lo sport è entrato nella mia vita. In classe i bambini mi prendevano in giro, in campo non potevano. Perché lì li battevo. Lì, ero meglio di loro”. Il punto di svolta della sua carriera arriva al college grazie all’allenatrice Pat Summitt che la convince a mettere di nuovo l’apparecchio acustico “Tamika, le persone portano gli occhiali per vedere. Vanno dai logopedisti per parlare meglio. E indossano apparecchi acustici per sentire. Hai dei grandi obiettivi. Per realizzarli, devi tornare a indossarli di nuovo”. Tamika si convince, nel frattempo la tecnologia è andata avanti e l’apparecchietto è piccolo e nascosto, è dura per lui perchè il troppo sudore degli allenamenti lo manda sempre in tilt. Adesso Tamika Catchings usa un apparecchio di nuova generazione che resiste al basket e ha contribuito a farla diventare la campionessa che è adesso. Ha dato vita ad una fondazione per aiutare i bambini sfortunati che si chiama “Catch the Stars“. A 33 anni Tamika è alla sua ultima olimpiade ma è felice di farsi da parte per dare un’occasione alle colleghe più giovani. A Londra, le donne americane del basket hanno vinto l’oro!

Parole di Serena Vasta