OGM: cosa sono e quali i pro e i contro sul loro utilizzo

Parliamo di OGM, argomento che suscita sempre molte perplessità e anche tante paure. Si tratta di organismi che vengono modificati geneticamente in laboratorio con la transegnesi.

OGM: cosa sono e quali i pro e i contro sul loro utilizzo

Sentiamo spesso parlare di cibi OGM, magari distrattamente, e così tutte le informazioni che possediamo finiscono per essere influenzate dalla posizione di chi ce le ha porte. Poiché esistono fortissimi movimenti di pensiero contro la diffusione e la liberalizzazione delle coltivazioni OGM, siamo in generale più propensi a demonizzarle, ipotizzando chissà quali rischi per la salute nostra, e delle generazioni future. Ma stanno davvero così le cose? In che modo gli alimenti OGM possono creare gravi scompensi nel mondo agricolo e nella produzione dell’ortofrutta e dei cereali (dato che sono soprattutto questi i cibi “manipolabili”), oltre che avere effetti sul nostro metabolismo, e quanto, invece, potrebbero essere utili per combattere il problema, ancora di proporzioni ciclopiche, della fame nel mondo?

Super pomodori e patate che non fanno ingrassare, potrebbero, invece che danneggiarci, apportarci sostanze preziose per il nostro benessere, fino ad aumentare le nostre aspettative di vita? Sono tantissimi i quesiti che ruotano attorno agli OGM, proviamo a fare un po’ di chiarezza.

OGM: cosa sono?

Intanto, definiamo cosa si intende davvero per OGM. Quando si sente dire che ogni organismo, sulla terra, è geneticamente modificato, si tenta di minimizzare il vero “carattere” degli OGM, che di naturale, non ha nulla. In pratica di cosa stiamo parlando? Di alimenti, facciamo conto, il solito pomodoro, preso dalla pianta, portato in laboratorio e modificato geneticamente con una iniezione (nel suo DNA), di materiale genetico proveniente da altri organismi viventi del tutto estranei, e con cui detto ortaggio non potrebbe mai venire in contatto in modo “naturale”. Questa operazione viene chiamata “transgenesi” Insomma, api, pollini, incroci fatti dal contadino (che finora sono sempre stati i sistemi con cui le qualità dei alcune coltivazioni sono state migliorate nei secoli in modo casuale o voluto), nulla hanno a che vedere con questa operazione. In genere le piante scelte per essere modificate sono quelle di coltura intensiva, come ad esempio la soia, il mais, ma anche il cotone), che vengono “fortificate” in modo da renderle resistenti ai parassiti o (più spesso), agli anticrittogamici ed erbicidi. Naturalmente le bio-genetica si sta ingegnando per creare alimenti più ricchi di nutrienti, come molecole anti-tumorali o che abbassino il colesterolo, ed è proprio questa la sfida più interessante sul fronte OGM. Vediamo prima i “contro” alla liberalizzazione.

OGM: i “contro”

Una delle maggiori resistenze alla diffusione delle coltivazioni OGM, è relativa al rischio di “contaminazione” delle coltivazioni bio e tradizionali. Questa conseguenza sarebbe inevitabile, sempre stando agli oppositori, con una massiccia diffusione delle aree OGM, perché proprio l’azione degli agenti atmosferici e degli insetti (il vento che trasporta i pollini, le api eccetera), finirebbero per “rimescolare” le sementi, creando delle ibridazioni di cui non si può nemmeno immaginare la portata. Inoltre, anche in fase di stoccaggio e di trasporto, seppur in in casse diverse, di prodotti OGM, bio e tradizionali, si potrebbero verificare delle contaminazioni. Quindi, alla fine, anche acquistando rigorosamente cibi bio, il consumatore in realtà non potrebbe sapere fino a che punto quel prodotto sia puro. In secondo luogo, ci sono i rischi per la salute umana. Finora nessuno studio è riuscito a dimostrare che gli alimenti OGM siano pericolosi, ma è anche vero che trattandosi di produzioni di nicchia finora, nessun essere umano è stato nutrito massicciamente con cibi OGM dall’infanzia all’età adulta, per cui non siamo in grado, ad oggi, di conoscerne gli effetti. Alcuni studi su modello animale hanno rilevato della tossicità, a lungo andare, ma un ulteriore rischio sarebbe piuttosto riconducibile all’antibiotico-resistenza di cui sono dotati molti OGM. Una qualità che, se trasmessa all’uomo, potrebbe rendere inefficaci molte terapie antibiotiche. Infine, ci sono i “contro” di tipo socio-economico. I prodotti OGM sono, e sarebbero ancor di più in futuro, in mano alle multinazionali, per le quali l’interesse principale è il profitto. Colture intensive di OGM, se non progettate per scopi etici (quindi davvero per far fronte alla fame nel mondo), finirebbero solo per rendere dipendenti i piccoli produttori agricoli del terzo e quarto mondo dalle multinazionali, le quali brevettano le loro produzioni, quindi, di fatto, non contribuirebbero a migliorare la condizione economica del Paese che presta i suoi terreni per gli OGM.

OGM: i “pro” e la posizione italiana

I “pro” OGM si moltiplicano, e a tal proposito, valgono le parole del neo ministro per l’Ambiente italiano, Corrado Clini, che sposta la posizione del nostro Paese (in ambito UE), verso il sì alla liberalizzazione delle coltivazioni transgeniche:
“La paura nei confronti degli organismi geneticamente modificati riguarda principalmente la possibilità che venga alterata la tipicità dei nostri prodotti agricoli. Eppure esiste un paradosso – sostiene il Ministro – Senza l’ingegneria genetica oggi non avremmo alcuni fra i nostri prodotti più tipici. Il grano duro, il riso Carnaroli, il pomodoro San Marzano, il basilico ligure, la vite Nero D’Avola, la cipolla rossa di Tropea, il broccolo romanesco: sono stati ottenuti grazie agli incroci e con la mutagenesi sui semi. Quindi bisogna stare molto attenti all’importanza della ricerca. L’ingegneria genetica in agricoltura può creare semi nuovi e questi semi nuovi possono essere anche molto pericolosi, non ci sono dubbi. Su questo condivido le preoccupazioni della Coldiretti, diverse da quelle di Confagricoltura. Ma, come abbiamo detto sopra, si deve tenere presente che l’ingegneria genetica può portare molti benefici. Se poi andiamo al di là dell’agricoltura di tipo alimentare gli effetti positivi degli Ogm diventano davvero molti”. Ad esempio, come spiega Clini, nell’agricoltura per la produzione di sughero, di colture tessili, di canna. Inoltre: “Un’altra area molto interessante per l’applicazione degli Ogm non competitivi con le produzioni agricole sono le coltivazioni di specie con alto potere energetico: biocarburanti di seconda generazione e la filiera chimica verde. Per non parlare delle applicazioni nei Paesi esteri. Nei Paesi in via di sviluppo: si possono applicare semi di OGM per frutti o prodotti alimentari addittivati con vitamine o con vaccini”. Insomma, come si intuisce, il dibattito è ancora apertissimo, e difficilmente si raggiungerà in tempi brevi una posizione univoca.

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Parole di Paola Perria