Obesità, l'educazione alimentare è fondamentale per combatterla

Per la lotta all’obesità l'educazione alimentare è fondamentale per aiutare i soggetti colpiti a capire come impostare una dieta equilibrata con pochi grassi e con poche calorie.

Obesità, l’educazione alimentare è fondamentale per combatterla

La lotta all’obesità in età adulta comincia fin da bambini, come sottolineato dal presidente di Federalimentare, Filippo Ferrua. I dati degli ultimi mesi sono davvero allarmanti perché, come sottolineato dalla European Association for the Study of Diabetes (EASD) l’obesità è il problema di salute pubblica più grave e sviluppato del mondo. L’obesità infatti è il primo fattore di rischio per malattie come l’ipertensione, il diabete di tipo 2, l’ipercolesterolemia, le malattie coronariche, l’ictus, l’asma e l’artrite. I bambini quindi, fin dalla più tenera età devono essere educati ad una dieta sana, varia e soprattutto ipocalorica che non deve eccedere mai in grassi e calorie.

“L’industria alimentare, consapevole della gravità del fenomeno, è impegnata a fondo nel contrasto all’obesità attraverso il sostegno dell’educazione alimentare e la promozione di corretti stili di vita, in cui l’attività fisica svolge un ruolo fondamentale”, ha detto il presidente di Federalimentare, Filippo Ferrua. L’associazione infatti, “non solo condivide e promuove sin dalle origini le iniziative del programma Guadagnare Salute avviato dal Ministero della Salute, ma favorisce, anche tramite l’azione delle associazioni aderenti, interventi concreti”.

“Negli ultimi anni – dice Ferrua – l’industria alimentare ha riformulato oltre 4.000 prodotti eliminando acidi grassi trans e riducendo zuccheri, grassi saturi e sale. Inoltre 3.500 prodotti sono stati riporzionati, diminuendone la quantità unitaria e il contributo energetico”.

Va infatti sottolineato che a livello mondiale i costi della sanità pubblica che sono legati all’obesità rappresentano l’8% dei costi sanitari totali. Gli obesi infatti, per le casse dello Stato costano in media un 25% di più rispetto ai normopeso.

“Si presta anche più attenzione – prosegue Ferrua – alla pubblicità nei confronti dei bambini, con la limitazione delle attività di marketing o addirittura la rinuncia a fasce orarie particolarmente delicate per target di audience. Allo stesso modo si è rinunciato al canale dei distributori automatici nelle scuole elementari e medie”.

Il compito più difficile e più importante è quello dei genitori. Impostare un’errata educazione alimentare può portare i vostri bambini a soffrire di obesità, se non immediatamente anche durante l’età adulta. I piccoli infatti devono abituarsi a mangiare sano, ad apprezzare anche la frutta e la verdura e a mangiare pochi grassi.

“Grande attenzione, infine – prosegue Ferrua – si è rivolta all’educazione alimentare attraverso il programma Scuola e Cibo adottato con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca: un’iniziativa fondamentale per diffondere tra i più giovani una corretta cultura dell’alimentazione e dello sport, che presto verrà rilanciata attraverso la sigla di un nuovo protocollo con il ministro Francesco Profumo”.