Nozze gay in carcere: prima unione civile a Rebibbia, detenute insieme in cella

Prima unione civile in carcere a Rebibbia, tra due detenute che condividono la stessa cella. A celebrare il matrimonio il vicesindaco di Roma, Daniele Frongia. Il loro amore è nato dietro le sbarre, e ora hanno coronato il sogno più grande. Si tratta della prima unione civile in carcere, che apre un varco nel delicato dibattito in materia di promiscuità all'interno delle mura carcerarie.

Nozze gay in carcere: prima unione civile a Rebibbia, detenute insieme in cella

Nozze gay in carcere: a Rebibbia la prima unione civile tra due detenute, che condividono la stessa cella e si sono innamorate proprio lì, nella casa circondariale dove sono diventate ufficialmente una coppia. A celebrare il matrimonio il vicesindaco di Roma, Daniele Frongia. Il Sì apre un varco nel delicato tema della promiscuità entro le mura carcerarie, ampliando lo spettro di riflessione sulla possibilità di concedere incontri ai detenuti.

Due cuori, una cella: l’amore nato in carcere

Camilla e Adriana hanno detto Sì: entrambe 25enni, entrambe con un passato difficile alle spalle e quella cella, condivisa e culla inaspettata del loro amore. Ieri mattina si sono sposate, coronando il loro sogno più grande e ufficializzando la loro unione.
Dapprima un’amicizia, poi un sentimento sempre più profondo che è sfociato nelle tanto desiderate nozze. Adriana ha origini polacche e il suo fine pena è previsto per il prossimo anno. Camilla è sudamericana, e per lei il percorso a Rebibbia terminerà un anno dopo sua moglie, nel 2019.

Le nozze celebrate tra gli affetti più cari

A supportare il loro rapporto ci sono i genitori, presenti alla cerimonia, ma anche la direttrice e lo staff della casa circondariale. Una condotta esemplare ha reso possibile il coronamento del loro amore: mai un attrito, mai una parola di troppo. Così si sono avviate lungo il cammino che porta al matrimonio, celebrato nel braccio femminile tra gli affetti più cari.
A celebrare l’unione di Camilla e Adriana il vicesindaco di Roma, Daniele Frongia. Sul fatto che le due detenute possano ancora condividere la stessa cella la posizione del Ministero è chiara: separarle sarebbe un gesto di insensibilità e cattiveria ingiustificate.

Porte aperte al dibattito sugli incontri tra persone sposate in carcere

Si tratta della prima unione civile in carcere. La storia delle due detenute convolate a nozze allarga il varco verso l’ipotesi di ammissibilità degli incontri tra un detenuto e il partner all’interno delle mura carcerarie.
Sono in corso di valutazione, infatti, alcune proposte che, intervenendo in materia di riforma dell’ordinamento penitenziario, potrebbero portare alla creazione di spazi ad hoc per garantire e tutelare i rapporti d’affetto dei detenuti.

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Parole di Giovanna Tedde