Nicoletta Parisi, una donna in prima linea contro la corruzione

"Il corpo femminile è sempre stato un mezzo di corruzione", parola di Nicoletta Parisi, Consigliere dell'Autorità Nazionale Anticorruzione.

Nicoletta Parisi, una donna in prima linea contro la corruzione

Il rapporto fra mafia e corruzione è un complesso da analizzare: il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, riconosce che «non c’è un legame necessariamente bilaterale, ma i due fenomeni hanno caratteri similari» (LEGGI QUI LA NOSTRA INTERVISTA) e il Procuratore Nazionale Antimafia, Franco Roberti, sostiene che «la camorra è figlia della corruzione ed esiste ancora come sistema criminale in quanto si alimenta della corruzione» (LEGGI QUI LA NOSTRA INTERVISTA).

«Il rapporto fra mafia e corruzione – spiega nella nostra videointervista la Professoressa Nicoletta Parisi, Consigliere dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (LEGGI QUI L’INTERVISTA DI NANOPRESS) – è lo stesso che hanno visto in sede istituzionale i nostri organi di governo, nell’ambito della Nazioni Unite, stipulare prima una convenzione contro la criminalità organizzata (a Palermo nel 2000) e in rapidissima successione una convenzione contro la corruzione, perché – sebbene la corruzione non sia una specificità della dimensione mafiosa – questo tipo di criminalità organizzata utilizza anche lo strumento corruttivo».

Di sicuro, quindi, contrastare la corruzione vuol dire contrastare la criminalità organizzata, togliergli ossigeno e soprattutto impedirgli di entrare nelle istituzioni dello Stato. In quest’ottica ha un’importanza strategica la trasparenza intesa come prevenzione alla corruzione. «La prevenzione – continua la Professoressa Nicoletta Parisi – è importante perché mira a favorire la cultura della legalità, che tendenzialmente dovrebbe rendere inutile la repressione. Laddove c’è, infatti, una trasparenza che consente di avere una Pubblica Amministrazione come una casa di vetro, più difficilmente in quella casa trasparente si annideranno fatti di corruzione o quantomeno vengono scoraggiati».

«L’utilizzo del corpo femminile – conclude Nicoletta Parisi che, prima di essere membro dell’ANAC, è soprattutto una donna – è sempre stato un mezzo di corruzione, della persone che viene utilizzata ma anche di chi utilizza quella persona. Banalmente, infatti, si pubblicizza ad esempio un automobile con un corpo femminile e non con un corpo maschile. Il lato positivo è la parità di genere che si sta affermando in Italia anche grazie a una norma che obbliga il rispetto di una rappresentanza di entrambi i generi. Proprio questa parità di genere comporta che anche noi donne partecipiamo a un processo di prevenzione e di repressione della corruzione, stando negli organi di governo pubblici e nei consigli d’amministrazione delle imprese private».
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