Neomamme: alta la percentuale di quelle che perdono il lavoro

In dieci casi su dieci l’abbandono della donna del proprio posto di lavoro deriva dalla difficoltà una volta rientrata in azienda di conciliare nuovamente il poco tempo a disposizione per la cura dei figli,con il lavoro stesso, per non contare che spesso sono proprio i nuovi rapporti conflittuali che si istaurano fra datore di lavoro e dipendente a costringere quest’ultimo a mollare tutto.

Neomamme: alta la percentuale di quelle che perdono il lavoro

Purtroppo il dato è incontrovertibile, la nascita di un figlio spesso significa per la donna la perdita volontaria, per usare un eufemismo, del proprio posto di lavoro, fatto ancor più accentuato in Italia, dove un’indagine dell’ISTAT avrebbe dimostrato che su cento posti occupati da donne, dopo la maternità ne venivano abbandonati ben 27 .

In dieci casi su dieci l’abbandono della donna del proprio posto di lavoro deriva dalla difficoltà una volta rientrata in azienda di conciliare nuovamente il poco tempo a disposizione per la cura dei figli,con il lavoro stesso, per non contare che spesso sono proprio i nuovi rapporti conflittuali che si istaurano fra datore di lavoro e dipendente a costringere quest’ultimo a mollare tutto.

 
Il tutto si riverbera nella comparazione che si fa fra l’Italia e il resto d’Europa laddove si dimostra che nel nostro Paese sono occupate un numero di donne con una percentuale inferiore del 12%, una percentuale che schizza in alto se consideriamo l’abbandono dell’occupazione da parte delle donne che siano diventate da poco mamme, tant’è che il dato cambia quando vediamo cosa accade in fato di occupazione alle donne lavoratrici senza figli e qui riscontriamo che in Italia una donna in queste condizioni su tre lavora, nel resto d’Eruopa sono quasi due su tre E precipita in basso il dato se consideriamo cosa accade alla donna con un figlio, in questo caso a lavorare è il 40% delle donne ed il dato è destinato a calare ancora, vuoi per la crisi che flagella il nostro Paese, vuoi per l’aumentare dell’età del figlio con sempre nuove esigenze.

 
Ma c’è dell’altro, dallo studio emerge un’altra verità, che lasciano il lavoro più facilmente le madri con un’età inferiore ai 24 anni, sette donne su dieci, fra le meno secolarizzate, quasi sette donne su dieci, le laureate abbandonano in una misura che è pari al 24,5% e che hanno più difficoltà a trovare persone disposte a prendersi cura dei figli, infatti, laddove funzionano gli asili nido il dato è meno eclatante.

 
Ma c’è un altro dato importante da segnalare, le donne che occupano posizioni di rilievo anche se una volta mamme non perdono il lavoro, ma si ritrovano a vedersi arrestata la propria carriera all’interno dell’azienda, a causa di ripercussioni sul posto di lavoro da parte di lavoratori più alti in grado e colleghi in genere.

Parole di Giuliano