Milano, tenta di avvelenare il collega iniettando acido nella bottiglia: arrestata

A carico della donna sarebbe emerso un quadro di indizi univoci e concordanti, tali da rendere sempre più chiara e grave la sua posizione. In passato avrebbe perseguitato anche una donna, sua collega 35enne.

Milano, tenta di avvelenare il collega iniettando acido nella bottiglia: arrestata

Foto: Ansa

Avrebbe tentato di avvelenare il collega iniettando dell’acido cloridrico nella bottiglietta sulla sua scrivania. Una 52enne, dipendente Eni di San Donato Milanese, è stata arrestata dai carabinieri, che avrebbero appurato la pregressa condotta molesta della donna ai danni di un’altra collega.

Cerca di avvelenare il collega

La donna di 52 anni arrestata poche ore fa dai carabinieri di San Donato Milanese, residente a San Giuliano Milanese, avrebbe tentato di avvelenare un collega 40enne.

Nello specifico, le viene contestato il fatto di aver iniettato dell’acido cloridrico nella bottiglietta che l’uomo aveva sulla propria scrivania. In passato, stando ai dati emersi in corso di indagine, aveva assunto una condotta persecutoria nei confronti di una collega 35enne, tramite telefonate e atti vandalici contro l’auto e l’abitazione.

L’indagata è una dipendente dell’Eni, e in sede di perquisizione domiciliare, i militari avrebbero trovato delle bombolette spray. Nella borsa della 52enne anche una siringa e una bottiglietta contenente sostanza caustica.

Su di lei grava ora l’accusa di atti persecutori, ma non si esclude che possa anche configurarsi l’ipotesi del tentato omicidio.

La versione della vittima

L’uomo avrebbe raccontato agli inquirenti di aver ricevuto alcune telefonate anonime, negli ultimi tempi, e avrebbe anche sporto alcune denunce per stalking. Si sarebbe accorto quasi subito del sapore particolare dell’acqua, e tentato un primo sorso avrebbe sputato, procurandosi bruciature a carico della lingua.

Si trova ora ricoverato all’ospedale di San Donato, con prognosi di tre giorni. I carabinieri hanno individuato la donna poco dopo, e sono scattate le manette.

L’indagata avrebbe provato a rigettare le accuse, ma il contenuto della sua borsetta e quanto repertato in casa avrebbe confortato l’ipotesi di una sua concreta responsabilità.

Non è ancora confermata l’indiscrezione sui presunti problemi di depressione della 52enne, la cui posizione è aggravata anche dalla ricerche, emerse dal suo computer, sugli effetti dell’acido. Indizi che confluirebbero tutti nella sua direzione in merito al tentato avvelenamento.

Parole di Giovanna Tedde