Michelle Obama e Ann Romney: due first lady a confronto [FOTO]

Un ritratto delle due first lady americane: Michelle Obama, moglie dell’attuale presidente democratico Barack, e Ann Romney, moglie dello sfidante repubblicano Mitt. Chi vincerà?

Michelle Obama e Ann Romney: due first lady a confronto [FOTO]

Non potrebbero essere più diverse Michelle Obama e Ann Romney. Diverse per estrazione sociale, per età, percorso di studi e di carriera, visione del mondo e filosofia di vita, e non ultimo, opposte nell’aspetto e nel look. Eppure, queste due belle donne di grande temperamento, sono accomunate da un macroscopico elemento che si chiama amore. Entrambe, infatti, hanno legato il proprio destino a due uomini di successo, ora in corsa per la Casa Bianca. Stiamo parlando, naturalmente, dei rispettivi mariti: Barack Obama, presidente in carica ancora per qualche mese, e il suo sfidante repubblicano Mitt Romney.

Il ruolo cruciale delle first lady

Ci piace raccontarvi qualcosa di queste due first lady americane perché a differenza di quanto accade da noi, negli USA la figura della consorte del Presidente (finora, ma siamo in trepidante attesa che accada il “miracolo” e si parli anche di un “first sir”) è assolutamente cruciale per ottenere la vittoria. Il popolo americano, specialmente le donne, si sono da sempre identificate con le proprie first lady, dalla “mitica” Eleonor Roosvelt fino alla “cornificata” Hillary Clinton. Michelle Obama è riuscita a diventare una delle prime signore più amate, per il suo dinamismo, la sua lotta senza quartiere a problemi endemici degli Stati Uniti come l’obesità, per il suo stile inconfondibile e i suoi modi alla mano. Ma Ann Romney, scoperta in occasione della recente convention repubblicana di Tampa (Florida), ha dimostrato di non essere da meno, con il suo aspetto da signora bene e la sua dolcezza piena di grinta. Ecco un ritratto delle due first lady, scopriamo qualcosa in più su di loro.

Michelle Obama: la first lady democratica

Di Michelle Obama si sa ormai quasi tutto. Il suo meraviglioso convention speech di Charlotte, che ha aperto la kermesse democratica che culminerà con l’atteso discorso del presidente Obama, in cerca di nuovi consensi per la rielezione, ha nuovamente, se ce ne fosse stato bisogno, ricordato a tutti gli americani che cosa ha significato aver eletto il primo presidente afroamericano. Michelle ha parlato al cuore degli americani, non al portafogli. Ha testimoniato, raccontando la storia personale propria e del marito, che “sogno americano” significa, innanzi tutto, offrire le stesse opportunità di riuscita nella vita a tutti, indipendentemente dall’estrazione sociale, dalla ricchezza personale, dal cognome che si porta. Anche questa splendida donna, avvocato di successo e mamma amorevole di due figlie, ha cominciato in una condizione non certo privilegiata.

Michelle LaVaughn Robinson nasce a Chicago nel 1964, figlia di un impiegato comunale e di una segretaria, una famiglia della classe media ma non certo abbiente. Si distingue subito in ambito scolastico per le sue qualità, il che le permette di lasciare il liceo con tutte le credenziali per frequentare le prestigiose Università di Princeton e di Harvard. Diventata avvocato, comincia la sua attività professionale presso lo studio legale Sidley Austin, dove peraltro è l’unica associata di colore. In questo contesto incontra quello che diventerà suo marito, Barack Obama, un ragazzo brillante con un passato complicato, pochi mezzi ma ottimi studi e un’auto “scassata” con la quale la inviterà al primo appuntamento.

Il matrimonio e la nascita di due figlie, Malia e Sasha, coroneranno il loro amore, che si trasformerà in vero e proprio sodalizio quando Barack comincerà ad intraprendere la propria scalata all’interno del Partito Democratico. I sondaggi dicono che Michelle ha un indice di gradimento superiore a quello del marito, e che la sua figura è amatissima dagli americani. Se, perciò, Barack Obama riuscirà ad essere rieletto per il secondo mandato presidenziale, la “colpa” sarà in buona misura di Michelle. Noi (ma non ditelo in giro), tifiamo per lei…

Ann Romney: la first lady repubblicana

Ann Romney all’aspetto è la classica signora “bene” americana, che si intuisce essere stata reginetta del ballo alla high school, che ha fatto il matrimonio “giusto” e cresciuto una nidiata di bellissimi bambini biondi. Bionda anche lei (ma con un passato da castana), filo di perle e tailleur dai colori accesi con una predilezione per il rosso (proprio come un’altra celebre e amatissima first lady repubblicana, Nancy Reagan), Ann non era molto conosciuta dagli americani fino a quando non ha dovuto aprire la convention repubblicana di Tampa con un discorso il cui impatto è stato davvero straordinario.

Lo scopo era quello di creare “umana simpatia” attorno alla figura del marito, uno squalo dell’imprenditoria, anche piuttosto filibustiere, come farebbero intuire le recentissime indagini per evasione fiscale a carico della sua principale società, quel Mitt Romney sfidante ufficiale di Barack Obama. Come si è presentata all’appuntamento la bella Ann? Come una moglie innamorata e devota. Ann Lois Davies nasce a Bloomfield Hills (Michigan) nel 1949 da una prestigiosa e facoltosa famiglia, si diploma in un liceo privato dove incontra il futuro marito Mitt, e si converte, per amor suo, alla religione mormone.

Il matrimonio arriverà poco dopo, e successivamente i 5 figli, motivo per cui Ann decide di restare a casa e accudire la famiglia, come una perfetta casalinga americana. La sua scelta di vita, all’ombra del marito, è stata dettata unicamente dal cuore, come ha sottolineato lei stessa durante l’emozionante discorso. “Stasera voglio parlarvi dal profondo del mio cuore, su una cosa che non ci divide, ma unisce tutta la famiglia americana. Che ci fa stare insieme nei momenti belli, e ci dà speranze nei tempi bui. Sono qui perché voglio parlarvi di amore – ha raccontato Ann – Quando ci siamo incontrati ci siamo subito innamorati.

E subito decidemmo che avremmo fatto di tutto per vivere tutta la vita assieme. Da qualche parte ho letto che il nostro matrimonio è una roba da libro di fiabe… Beh, il libro che ho vissuto è stato fatto da lunghi pomeriggi piovosi passati a casa a badare a cinque figli che urlavano tutti assieme. E in questo tipo di libri non ci sono capitoli dedicati alla sclerosi multipla o al cancro al seno”. Come non commuoversi davanti ad una signora che parla in questo modo? No, non è cinismo il nostro, ma semplice constatazione. Chi vincerà le prossime elezioni americane? Noi non lo sappiamo ma una cosa è certa, la storia ha già decretato due vincitrici: Michelle e Ann.

Parole di Paola Perria