Mente: l’arte di socializzare è nei geni

Secondo una ricerca americana la capacità di socializzare risiede nei geni, l’essere in grado di gestire una rete ampia di conoscenze dipende anche dal nostro codice genetico.

Mente: l’arte di socializzare è nei geni

Da cosa dipende l’essere più o meno socievole? Perché ci sono persone che hanno tantissimi amici e altre no? Una ricerca condotta dall’università di Harvard ci spiega che il segreto risiede nel codice genetico.

Ebbene si non è colpa nostra se siamo degli orsi bruni, schive, sospettose e poco inclini ad avere una schiera di amici a portata di mano, è tutta colpa e, in alcuni casi, merito del nostro codice genetico.
 

I ricercatori hanno fatto dei test sui gemelli, in modo da avere un codice genetico uguale in parte o del tutto; nei gemelli eterozigoti il codice genetico è uguale per metà, in quelli omozigoti è identico. Confrontando le reti sociali tra i gemelli è stato dimostrato che i gemelli omozigoti avevano tipo e numero di rapporti più simili tra loro.
 

Questo dimostra che i geni svolgono un ruolo importante nella capacità di socializzare, di quanto si è predisposti a presentare tra loro i propri amici. Secondo gli scienziati questo studio è importante ai fini dell’evoluzione, perché spiega come la genetica aiuti il posizionamento in un gruppo sociale, l’essere socievoli aiuta su tanti fronti, come ricevere informazioni e quindi anche probabilità di fare nuove conoscenze, trovare lavoro, probabilmente anche di trovare l’uomo giusto dato che il campione in cui si estende la ricerca è più ampio.
 

Ma è davvero tutto qui? O abbiamo i geni socievoli o niente? Io penso che anche la regola dei pochi amici ma buoni valga seguita, almeno si è sicuri che abbiamo intorno sia sinceramente legato a noi da affetto e stima.
 

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Parole di Serena Vasta