Matrimonio o convivenza? Cosa scegliere, cosa cambia, pro e contro

Cosa scegliere tra matrimonio e convivenza? Cosa cambia e quali sono i pro e contro? C'è chi preferisce sposarsi e chi al contrario predilige la convivenza. In entrambi i casi l'amore non può mancare ma a livello di diritti le cose cambiano parecchio. Scopriamo qualche curiosità e cosa scegliere.

Matrimonio o convivenza? Cosa scegliere, cosa cambia, pro e contro

Matrimonio o convivenza? Cosa scegliere, cosa cambia e quali sono i pro e contro? È una scelta che molte coppie fanno con un po’ di fatica. Subentrano tanti aspetti: quello religioso, quello economico, quello sociale, quello psicologico. Perché in realtà le due cose non sono esattamente uguali, pur trattandosi di andare a vivere insieme. Cerchiamo di capire le differenze tra matrimonio o convivenza, quali sono i pro e i contro ma anche quali sono i diritti delle coppie sposate e di quelle solo conviventi.

Matrimonio o convivenza: cosa cambia

Il matrimonio è un impegno davanti a dio e alla famiglia. Sa di ufficiale e di vincolante, ma soprattutto dovrebbe sapere di profondo. Poi c’è l’aspetto economico. Molte coppie, soprattutto in passato, decidevano di ufficializzare il rapporto per dividere anche il conto corrente.

Cosa che si può fare anche convivendo, ma che non ci permette di ereditare, occuparci dei beni dell’altro in caso di morte o malattia o di chiedere degli assegni a causa di una separazione legale.

L’altro aspetto sociale purtroppo esiste ancora: è un ruolo legale che di conseguenza agli occhi degli altri rappresenta uno status. Purtroppo i conviventi non hanno diritti davanti alla legge e, nel caso di residenze separate, non hanno nessun modo di dimostrare il loro rapporto. Per esempio se capita un incidente e in ospedale c’è bisogno di fare delle scelte per la terapia, in quanto conviventi non avete possibilità di essere interpellate, non rappresentate la famiglia, non avete diritto.

Infine, l’aspetto psicologico. Un matrimonio implica da un lato sicurezza, dall’altro un impegno, una catena, mentre convivenza significa libertà. Secondo un sondaggio il tradimento di uno dei due partner avviene più frequentemente tra le coppie che convivono che tra quelle unite da regolare matrimonio.

Gli studiosi hanno preso in considerazione accanto alla vita matrimoniale anche la semplice convivenza, nonché gli effetti di separazioni e divorzi. In un’epoca di divorzi, separazioni, vita single e forte competizione professionale tra i sessi, lo studio ha fatto emergere un dato controcorrente: sia uomini che donne traggono beneficio psichico dal fatto di vivere l’uno accanto all’altra, a prescindere che lo facciano all’interno di un matrimonio o di una coabitazione. Entrambi mostrano scompensi in seguito a una separazione.

Matrimonio o convivenza: cosa scegliere

Esistono diversi pro e contro del matrimonio e della convivenza. In generale si può dire che quest’ultima, rispetto alle nozze, concede maggiore libertà ai partner che, non essendo uniti a livello legale, possono fare e disfare a proprio piacimento.

Il matrimonio invece, in caso di separazione, oltre al trauma psicologico implica tutta una serie di seccature a livello pratico, per non parlare dei costi del divorzio.

C’è poi da considerare l’aspetto spirituale del matrimonio in chiesa, che simboleggia una promessa davanti a Dio, e che quindi ha un valore notevole per i credenti.

Ma in definitiva è meglio il matrimonio o la convivenza? Entrambi, l’importante è optare per la soluzione preferita a dispetto di quanto desiderano la famiglia di appartenenza o la società.

Matrimonio o convivenza: diritti

La legge sul matrimonio e la convivenza si esprime in modo diverso. Con il matrimonio marito e moglie acquisiscono gli stessi diritti e doveri, dalla fedeltà all’assistenza morale e materiale reciproca e via dicendo. Nella convivenza invece i due partner non sono tenuti legalmente ad aiutarsi, ma lo fanno su libera scelta.

Ma cosa succede in caso di matrimonio o convivenza con figli? Se la coppia è sposata e divorzia, l’ex marito è tenuto a collaborare al sostentamento del figlio e anche, se necessario, dell’ex moglie. Nel caso di convivenza l’eventuale contributo va solo al figlio, che viene tutelato a prescindere.

In caso di decesso del marito o della moglie, il coniuge eredita i suoi beni, cosa che non succede nella convivenza, sebbene sia possibile redigere un testamento per destinare i beni alla partner o al partner. C’è poi da considerare l’aspetto “detrazioni”, di cui ha diritto il partner che non lavora e non il convivente. Idem per quanto riguarda le spese mediche: i coniugi possono detrarre quelle del partner ma i conviventi no.

Tuttavia negli ultimi anni ci sono stati dei cambiamenti a livello legale sui conviventi, che oggi si vedono riconosciuti il diritto di avere notizie del partner in caso di problemi di salute, ricoveri ecc. Altri articoli della legge tutelano il partner convivente maltrattato, che può essere allontanato.