Manifestazione 8 marzo a Milano, studenti e lavoratori in piazza per i diritti delle donne

La manifestazione dell'8 marzo a Milano parte con il corteo di studenti e lavoratori in Largo Cairoli per arrivare poi in Piazza Lega Lombarda. Le donne tornano in piazza per i loro diritti unite dallo slogan #nonunadimeno.

Manifestazione 8 marzo a Milano, studenti e lavoratori in piazza per i diritti delle donne

La Festa della donna torna alla sua origine: si parla di nuovo di diritti, di violenza, di parità di salario e lo si fa in piazza, tutte insieme. La manifestazione dell’8 marzo a Milano, come in altre piazze del nostro paese, nasce sulla scia di quelle internazionali partite in Argentina e succedute poi negli Stati Uniti in seguito all’elezione di Donald Trump, a gennaio di quest’anno, spingendo alla formazione, anche in Italia, di gruppi autonomi ma uniti nella stessa battaglia per i diritti delle donne. Si protesta quindi, in tutto il Paese, attraverso gli otto punti che sono stati ribaditi nei diversi comitati del movimento Non Una Di Meno: vanno dal gender gap lavorativo sugli stipendi, ad oggi ancora diversi e non di poco, tra colleghi di sesso diverso a favore di quello maschile, passando per la violenza fino al diritto all’aborto, tematica più che mai attuale viste le ultime polemiche sul numero di medici obiettori di coscienza presenti nel nostro Paese.

Il corteo studentesco partito da Largo Cairoli è arrivato in piazza Lega Lombarda, passando per le vie del centro di Milano. Studenti ma anche lavoratori, ragazze, donne e uomini di tutte le età, hanno manifestato contro le disparità di genere e ogni stereotipo. Durante la manifestazione sono state tante le tematiche trattate: dalla precarietà del lavoro femminile alla mercificazione del corpo delle donne, ancora molto presente in tante pubblicità proprio nel centro cittadino, che sono state infatti prese di mira dai cori dei manifestanti. Molte sigle sindacali hanno aderito allo sciopero generale: Usi, Slai Cobas, Cobas, Confederazione dei Comitati di Base, Usb, Sial Cobas, Usi-Ait, Usb, Sgb, Flc e Cgil. In alcune città, tra cui Milano, lo sciopero coinciderà con un fermo dei mezzi pubblici, garantito nelle sole fasce solite di garanzia. Le battaglie che si portano avanti riguardano anche il sostegno di quei centri antiviolenza che da sempre devono scontare lo scotto di essere accomunati ai servizi assistenziali generici, quando richiedono da tempo a gran voce di godere di quell’unicità necessaria per un approccio che non sia solo d’emergenza ma di reale sostegno nel percorso di recupero della donna che ha subito violenza fisica e psicologica. Ne avevamo parlato già nel 2014 con Titti Carrano, presidentessa del Dire, una delle reti più grosse in Italia che unisce i diversi centri antiviolenza.

Tante e diverse, le motivazioni che hanno spinto la gente a scendere in piazza. Da Alba, studentessa 21enne che ci racconta: “Sono qui oggi perché nel 2017 ci si concentra troppo sul corpo. Una bella ragazza viene considerata solo per l’aspetto estetico e non per le sue idee. Anche se all’apparenza la donna può sembrare libera di esprimersi c’è ancora troppa violenza”. Non solo donne ma anche uomini, come Giosuè, che si trova d’accordo con quanto espresso in uno slogan in mattinata: “Prima i ragazzi dicevano una cosa molto giusta: non siamo noi ad usare slogan degli anni ’70 ma sono gli anni ’70 che stanno cercando di ritornare. Direi che in questi tempi bui è importante sottolinearlo”. Sempre sulla coscienza sociale delle nuove generazioni si esprime anche Giulia, 51enne che lavora all’Università: “Ai miei tempi queste tematiche erano molto sentite, ora i giovani sembrano inconsapevoli se non in rare occasioni ma voglio essere ottimista dopo la risposta che si sta avendo oggi. Le donne lottano ogni giorno e dobbiamo insegnare tutto questo alle generazioni future”. Le manifestazioni della giornata dell’8 marzo a Milano si concluderanno con la riunione di tutti i cortei davanti al Pirellone, alle 18.