Di Claudia Sobrero | 8 Luglio 2010
In questo periodo un vero problema legato al trucco è come far durare a lungo la base, infatti io posso rinunciare al trucco occhi e al rossetto, ma proprio non riesco ad archiviare il fondotinta, ho l’assoluta necessità di uniformare il mio incarnato per cui per me questo è un prodotto indispensabile, naturalmente con il caldo non posso semplicemente applicarlo sul viso senza nessun accorgimento perchè si rivelerebbe un lavoro inutile per cui o stendo prima un primer o lo applico con un pennello su cui spruzzo un fissante e in questo modo riesco ad avere una buona tenuta.
La Maybelline New York che è sempre attenta alle esigenze di noi donne cerca di risolvere per noi anche il problema della durata della basa trucco, infatti ha realizzato un nuovo prodotto il Fondotinta SuperStay 24h.
Questo fondotinta ha una formula innovativa, la tecnologia Micro-Flex che crea un film flessibile sulla pelle è combinata con agenti condizionanti, glicerina e Sfere Soft Fosuc, in questo modo si ha un prodotto che dura a lungo e resiste al calore, all’umidità e al sudore e che non lascia tracce, ma che nel contempo non è pesante sulla pelle e non crea un antiestetico effetto mascherone, il risultato finale è un colorito uniformato, sano e luminoso.
Per l’applicazione e la scelta del prodotto vediamo quali consigli da Charlotte Willer Global Make-up Artist di Maybelline New York, è meglio applicare un correttore su punti critici del viso come occhiaie e imperfezioni per avere un bell’effetto uniforme, il fondotinta può essere steso senza utilizzare pennelli o spugnette, è sufficiente scaldarlo leggermente con le dita e poi applicarlo sul viso facendo attenzione a sfumarlo bene portandolo sulle orecchie e sul collo. Per quello che riguarda il colore, il SuperStay 24h è disponibile in cinque diverse nuance Ivory, Nude, Sand, Fawn e Sun Beige, per trovare quella più adatta a voi vi conviene provare il prodotto direttamente sul vostro viso, mai sulla mano perchè il colore della pelle è diverso.
Parole di Claudia Sobrero