Di Giovanna Tedde | 4 Aprile 2018
Ha confessato di aver ucciso il figlio di 3 anni perché bagnava il letto e l’avrebbe sfidata con lo sguardo. Il movente, che ha lasciato tutti senza parole, è quello fornito da una 30enne, che ora rischia l’ergastolo per l’efferato omicidio. Il dramma si è consumato a Porcupine, Dakota del Sud, con una dinamica di particolare crudeltà.
La confessione e l’incredibile movente
Katrina Shangreaux, 30 anni, residente a Porcupine, Dakota del Sud, ha confessato le sue responsabilità nella morte del figlio di 3 anni.
Si è dichiarata colpevole di omicidio di secondo grado, un delitto maturato in un particolare contesto familiare nel luglio 2016.
Il movente, che ha letteralmente scosso l’opinione pubblica statunitense per la sua banalità, sarebbe che il piccolo bagnava il letto.
Ad aggravare la dinamica madre-figlio ci sarebbe poi un’assurda convinzione della donna: il minore, secondo quanto da lei dichiarato in tribunale, l’avrebbe guardata con aria di ‘sfida’, innescando la furia omicida.
La dinamica dell’omicidio
L’esame autoptico sul corpo del bambino ha restituito una fotografia precisa degli agghiaccianti contorni dell’azione omicidiaria.
Il piccolo sarebbe stato colpito con inaudita ferocia, anche con l’uso di una cintura, gettato a terra e preso a calci nell’addome e sulla testa. La madre lo avrebbe persino morso più volte, provocandogli profonde lesioni.
La donna è ora detenuta nel penitenziario della contea di Pennington e rischia l’ergastolo.
Parole di Giovanna Tedde