Lo sbadiglio? Contagia chi si ama

Lo sbadiglio è contagioso, ma non si trasmette attraverso un batterio, un virus o chissà quale altro microrganismo. Tutto nasce dalla capacità del cervello di sviluppare empauia, ovvero affetto, sentimenti: lo sbadiglio è frutto di uno scambio emozionale!

Lo sbadiglio? Contagia chi si ama

Di sicuro vi è capitato: in una stanza con più di una persona se qualcuno inizia a sbadigliare, a poco a poco nessuno resiste e tutti subiscono il contagio dello sbadiglio! Attenzione però perché in questo contesto potrete scoprire chi vi ama e chi no, chi vi è amico o finge di esserlo. E’ ciò che emerge da una ricerca scientifica pubblicata su PlosOne e realizzata da Ivan Norscia ed Elisabetta Palagi, rispettivamente dell’Università di Pisa (Museo di storia naturale e del territorio) e dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche (Istc-Cnr) di Roma.

Lo studio è partito da un presupposto ben chiaro a tutti, data l’evidenza nella pratica, ovvero che lo sbadiglio è contagioso ed è arrivato a dimostrare che si trasmette con maggiore frequenza e rapidità tra persone che si vogliono bene, o comunque che hanno tra loro un legame empatico: parenti, coppie, amici, conoscenti e così via fino alla mancanza di risposta da parte degli sconosciuti ovvero se sbadigliate nella metropolitana affollata difficilmente creerete un epidemia di sbadigli, a differenza di quanto accadrebbe in casa durante il cenone di Natale, anche se magari lì il problema nasce da una cattiva digestione!
 
Gli studiosi per giungere a queste conclusioni sono partiti proprio dalle origini dello sbadiglio: “quello spontaneo, non sollecitato da altri sbadigli, è un comportamento evolutivamente molto antico, presente già nei pesci ossei che popolano il nostro pianeta da almeno 200 milioni di anni. A seconda del gruppo animale nel quale si ritrova, può indicare stress, noia, stanchezza o segnalare un cambio di attività, ad esempio dal sonno alla veglia e viceversa”, ha spiegato Elisabetta Palagi, “mentre lo sbadiglio “contagioso” è un fenomeno diverso e più moderno, dimostrato finora solo in alcune scimmie e nell’uomo (ipotizzato anche nei cani avendo questi capacità cognitive e affettive sviluppate)”.
 
L’analisi degli “sbadigli” raccolti in un anno su determinati gruppi sociali ha rivelato per l’appunto che il contagio non avviene nella visione del gesto, ma solo la qualità della relazione psico-emotiva che tra chi sbadiglia e chi vede. A conferma di tutto, alcune ricerche di neurobiologia che dimostrano che con uno sbadiglio si attivano delle aree del cervello legate alla sfera emotiva. Insomma, uno sbadiglio non è solo indice di noia e sonno, ma anche affetto.