Le cellule delle donne sono più furbe: lo dice una ricerca italiana

Medicina di genere, al via un nuovo progetto dell’ISS. La ricerca, finanziata dal Ministero della Salute, coinvolge diversi enti ed istituti di ricerca italiani.

Le cellule delle donne sono più furbe: lo dice una ricerca italiana

 
Le cellule delle donne sono più intelligenti, riescono ad adeguarsi meglio di quelle maschili alle situazioni difficili di stress ambientale e farmacologico. Come? Quelle XY degli uomini hanno un comportamento standard: di fronte ad una avversità si lasciano morire. Le cellule femminili invece si re-inventano, cambiano forma, orientamento, arrivano addirittura all’autofagia, cioè si mangiano tra loro pur di sopravvivere (insomma, quello che avviene spesso nella vita quotidiana!). Tutto ciò emerge da uno studio realizzato dall’Iss (Istituto Superiore di Sanità) in collaborazione con l’Università di Sassari, che apre la strada a nuove ed importanti prospettive.


In particolare è chiaro che i risultati di una ricerca scientifica testati su un uomo, non possono avere la stessa valenza sulle donne. Trovare una terapia adeguata rispetto al genere evita non solo l’errore in medicina, che costa vite umane, ma anche spese pubbliche inutili. Da qui un nuovo progetto: “La medicina di genere come obiettivo per la sanità pubblica: l’appropriatezza della cura per la tutela della salute della donna”.
 
Sarà realizzato dall’Iss e da altri enti ed istituti di ricerca pubblici, grazie a finanziamenti del Ministero della Salute. In questo contesto, si cercherà di capire come e perché ad esempio, i farmaci nelle donne provocano reazioni avverse che concorrono al 6% delle ospedalizzazioni.
 
Si studieranno gli ormoni sessuali del genere femminile nella risposta immunitaria e nello sviluppo di malattie autoimmuni e metaboliche, si cercheranno approcci terapeutici mirati e soprattutto si faranno nuovi studi di medicina preventiva.
 
Tutto in relazione alle donne. Un esempio: la depressione colpisce ambedue i sessi, anche se è più diffusa in varie forme, nel genere femminile, probabilmente (ma ancora non con certezza scientifica) a causa di variazioni ormonali. E’ ovvio che un approccio farmacologico corretto non potrà essere eguale per uomini e donne!
 
Le differenze biologiche sono ormai innegabili. Uomini e donne si ammalano in maniera diversa. Questo è un nuovo passo verso il cambiamento culturale che riguarda la scienza, ancora troppo “maschio-centrica”.
 
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