Le borse delle donne sono lo specchio della società. Parola di sociologo

Il sociologo francese Jean Claude Kaufmann, in un saggio appena pubblicato afferma che c’è una correlazione tra dimensioni delle borse usate dalle donne e loro ruolo nella società.

Le borse delle donne sono lo specchio della società. Parola di sociologo

Per tutte le donne le borse sono un po’ come una parte di loro stesse. Questo è assolutamente assodato e pacifico. Accade in modo naturale fin dalla più tenera età. Ogni bambina anela al momento in cui potrà sfoggiare una borsetta tutta per lei, in cui nascondere gli oggetti più preziosi, e intanto fa pratica con zainetti e cartelle. Ogni mamma, poi, quasi istintivamente trasmette questa affezione alla borsa come accessorio dell’anima, cosa che non certo accade agli uomini, per i quali non si pone il problema, dal momento che per loro, di solito, tutto è meglio tranne che doversi portare dietro un contenitore unico dove infilare le cose indispensabili.

Nelle borse delle donne, al contrario, finisce di tutto, e spesso non tutto riemerge con la stessa facilità! Cultrici di clutches, bauletti, handbags e affini, tutte noi non possiamo resistere al fascino e alla malia di questo fenomenale accessorio. Probabilmente, le più riflessive di voi, avranno colto l’associazione tra tipo di borsetta e personalità, proprio come gli abiti o il taglio di capelli riflettono molto del nostro carattere. Ma davvero più sottile è il legame, meglio, la diretta correlazione tra le borse che le donne sfoggiano nella vita di tutti i giorni, e loro ruolo nella società.
 
Ad analizzare l’interessante tematica è un sociologo francese, Jean Claude Kaufmann, attraverso le pagine di un saggio dall’appropriato e sintetico titolo: “La Borsa”, appena pubblicato in Francia. Secondo lo studioso, il percorso di emancipazione femminile può tranquillamente essere letto semplicemente analizzando le dimensioni, via via crescenti con il crescere di responsabilità e impegni, delle borse nel corso dei decenni. Se, infatti, 50 anni fa il genere femminile usava borsette solo per andare in chiesa o partecipare a qualche cerimonia, e dentro ci si infilava a mala pena l’acqua di colonia e il fazzoletto, oggi lo stesso accessorio contiene un mondo.
 
“Con il passare degli anni – afferma Kaufmann – la borsa è diventato un attributo più marcato della personalità. Paradossalmente più la donna si è emancipata, più la sua borsa è diventata grande”. L’interno di queste borse, il contenuto, cambia e si femminilizza sempre di più man mano che la donna diventa adulta e i suoi ruoli si moltiplicano. Se da ragazzine è sufficiente uno zainetto, non molto dissimile da quello usato dai coetanei maschi, una volta cresciute e diventate madri, le stesse avranno bisogno di borse capienti in cui riprodurre il proprio universo, anche affettivo.
 
A proposito di differenze con il genere maschile, così saggiamente chiosa il nostro sociologo preferito (lo eleggo io, a nome di tutte): “Ci sarà effettivamente un’uguaglianza tra i sessi quando anche gli uomini trasporteranno nelle loro borse la merenda per i bambini e il fondo delle loro sacche sarà sporco di briciole”. Parola sante monsieur Kaufmann, parole sante.

Parole di Paola Perria