La pillola del pasto immaginario: inganna il corpo facendogli credere di aver mangiato

E' arrivata la pillola del pasto immaginario: inganna il corpo facendogli credere di aver mangiato, attivando il processo digestivo in assenza di alimenti nell'intestino.

La pillola del pasto immaginario: inganna il corpo facendogli credere di aver mangiato

La nuova arrivata dal mondo della ricerca è la pillola del pasto immaginario: inganna il corpo facendogli credere di aver mangiato. Rappresenta la risposta ai desideri di tutte le persone in sovrappeso. Si chiama fexaramina ed è una sostanza messa a punto da alcuni scienziati americani: consente di ottenere il dimagrimento attraverso un semplice inganno. Induce l’organismo a cominciare il processo digestivo anche in assenza del pasto, permettendo di bruciare il grasso in eccesso. La sperimentazione sui topi ha dato esiti che fanno ben sperare.

Gli effetti

Chi presenta un peso superiore agli standard fissati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, potrebbe ben sperare nei risultati della ricerca made in Usa. I sogni di tutte le persone in sovrappeso, sempre di più in Italia, sarebbero vicini ad essere esauditi grazie ad un farmaco, la fexaramina, al momento ancora in fase di sperimentazione. Si tratta di una semplice pillola che riesce ad inviare un segnale ingannevole all’organismo, inducendolo a credere di aver già consumato un pasto. La sostanza è in grado di attivare la digestione e indurre il corpo a bruciare i grassi. Se il suo effetto venisse confermato sulle persone, permetterebbe a milioni di italiani a dieta, di perdere peso senza soffrire la fame. A questi aspetti si aggiunge anche la sua capacità di ridurre i valori di colesterolo cattivo nel sangue, oltre che degli zuccheri.

La ricerca

Un team di ricercatori guidati da Ronald Evans, autore dello studio e direttore del Gene Expression Laboratory del Salk Institute di La Jolla in California, ha somministrato per 5 settimane, una pillola al giorno ad alcuni topi obesi. L’esperimento ha mostrato un aumento della temperatura corporea nelle cavie, indice di un’accelerazione del metabolismo, con trasformazione dei depositi di grasso in energia. La ricerca si basa sulla funzionalità di una particolare proteina, farnesoide X (Fxr), che svolge un’azione fondamentale nel processo di digestione: si attiva nella fase iniziale del pasto e induce l’organismo a prepararsi per accogliere il cibo. I medicinali sviluppati fino ad oggi, agiscono attivando questo recettore in più percorsi e causando diversi effetti collaterali. Il nuovo farmaco, invece, lo attiva direttamente nell’intestino, senza trasportarlo nel sangue e, quindi, minimizzando le problematiche che vi sono collegate. Il prossimo passo che affronteranno gli studiosi è preparare gli studi clinici per la sperimentazione sull’uomo.

Parole di Palma Salvemini