La pillola anticoncezionale protegge la nostra salute

La pillola è tacciata di essere dannosa per la salute, di far aumentare i tumori, le malattie cardiache ecc, in realtà è vero che c'è un piccolo rischio di essere più soggette a malattie cardiovascolari ma questo rischio è minimo e se seguite da un medico è tutto sotto controllo.

La pillola anticoncezionale protegge la nostra salute

 

La pillola anticoncezionale oltre a svolgere la sua azione come contraccettivo aiuta anche a risolvere molti altri disturbi legati a disfunzioni ormonali perchè aiuta a ritrovare l’equilibrio perso in seguito a varie patologie. La pillola è tacciata di essere dannosa per la salute, di far aumentare i tumori, le malattie cardiache ecc, in realtà è vero che c’è un piccolo rischio di essere più soggette a malattie cardiovascolari ma questo rischio è minimo e se seguite da un medico è tutto sotto controllo. Secondo una ricerca recente la pillola anticoncezionale, a lungo tempo protegge la nostra salute.

Secondo una ricerca scozzese, condotta nell’arco di quasi 40 anni su 46.000 donne, è emerso che le donne che prendono la pillola sono protette dal cancro e dalle malattie cardiovascolari, questo studio è stato pubblicato sul British Medical Journal ed è la ricerca più completa che sia mai stata effettuata sui contraccettivi orali.
 

Le donne che assumono la pillola hanno una leggera probabilità di essere più a rischio di malattie cardiovascolari, ma questo effetto negativo svanisce appena si sospende l’anticoncezionale e a lungo termine comunque ci protegge perchè previene l’insorgenza di tumori e malattie cardiache del 12%.
 

Philip Hannaford, il professore dell’università di Aberdeen che ha condotto lo studio, ha dichiarato: “Ci sono alcuni rischi quando la si usa, ma si possono ridurre evitando di fumare, controllando la pressione facendo i dovuti esami. Quello che sappiano ora è che quando si smette di prenderla i rischi scompaiono, a lungo termine non ci sono più e anzi, si ottiene un piccolo effetto benefico“.
 

Foto da:
i.telegraph.co.uk
 

Parole di Serena Vasta