La foto di una donna che lava i vetri viene condivisa dalla polizia: ecco perché fare attenzione

L'allarme delle autorità è arrivato poche ore fa: si invitano i cittadini a prestare la massima attenzione. Dietro un banalissimo gesto potrebbe esserci molto di più.

La foto di una donna che lava i vetri viene condivisa dalla polizia: ecco perché fare attenzione

Foto: Pixabay

La foto ‘innocente’ di una donna che lava i vetri delle finestre viene condivisa dalla polizia con un serio avvertimento: dietro quell’immagine potrebbe nascondersi molto più di una semplice casalinga indaffarata. I cittadini sono stati invitati a prestare la massima attenzione, perché alcuni precisi segnali darebbero la misura di una grave realtà.

Attenzione a chi pulisce: parola di polizia

Lo scatto apparentemente innocente di una donna che pulisce le finestre potrebbe nascondere molto più di una semplice prestazione domestica svolta da una casalinga qualunque.

Per questo, la polizia ha diffuso una foto con cui si invita la popolazione del Somerset (Regno Unito) alla massima attenzione.

Quello che spesso sembra il banale gesto di una padrona di casa come tante, in realtà, nella nazione starebbe svelando una situazione davvero drammatica.

Se si osserva sempre qualcuno intento a fare le pulizie senza mai lasciare la casa da solo, potrebbe trattarsi di una vittima di schiavitù domestica. Una piaga che avrebbe assunto contorni preoccupanti nell’ultimo periodo.

In Gran Bretagna sono stati predisposti centralini appositi per raccogliere tutte le segnalazioni in materia, le quali vengono puntualmente passate alle autorità competenti per gli opportuni accertamenti.

La schiavitù moderna

Il fenomeno della schiavitù domestica (o ‘moderna’) si configura in tantissime forme, dalle meno evidenti (quindi ‘latenti’) a quelle manifeste e chiaramente intercettabili dalla polizia.

L’Agenzia nazionale per la criminalità ha riferito che 5145 potenziali vittime sono state identificate tramite il meccanismo di segnalazione predisposto già nel 2017. Tra questi soggetti, assunti con contratti spesso privi di ogni tutela, ci sarebbero anche vittime di tratta provenienti da 116 nazioni.

Non c’è una fascia d’età precisa, perché talvolta le persone ingaggiate per questo genere di mansioni sono poco più che bambini.

Una sorta di regime di ‘lavori forzati’ in cui chi esegue le prestazioni domestiche è strettamente vincolato ad alcune restrizioni contrarie ai diritti del lavoratore. Si va da orari di lavoro non prefissati, ore di straordinario non retribuite e addirittura a stipendi tagliati sistematicamente sulla base dell’offerta di vitto e alloggio.

Persino la privacy è soggetta a preoccupanti violazioni: chi lavora per i privati, ad esempio, viene spesso ‘sorvegliato’ costantemente dal datore di lavoro o da chi ne fa le veci al fine di impedire che gli illeciti contrattuali emergano.

Parole di Giovanna Tedde