La dieta che protegge dagli effetti del fumo

Ormai la prova è scientifica: esistono alimenti in grado di proteggerci dagli effetti danno si del fumo. Sappiamo bene quanto l’alimentazione possa fare per il nostro benessere: questi alimenti non solo fanno bene ma possono anche evitare che le sigarette provochino le alterazioni genetiche alla base del tumore al polmone

La dieta che protegge dagli effetti del fumo

Ormai la prova è scientifica: esistono alimenti in grado di proteggerci dagli effetti dannosi del fumo. Sappiamo bene quanto l’alimentazione possa fare per il nostro benessere: questi alimenti non solo fanno bene ma possono anche evitare che le sigarette provochino le alterazioni genetiche alla base del tumore al polmone. Tutte queste informazioni sono contenute in una ricerca statunitense pubblicata su Cancer Research dagli studiosi del Lovelace Respiratory Research Institute di Albuquerque.
Gli scienziati hanno esaminato le cellule presenti nelle secrezioni di oltre 1.100 fumatori ed ex fumatori tramite la saliva, dove sono presenti le cellule che si staccano dalle vie aeree.

Questo procedimento serviva a valutare la presenza di metilazione dei geni che è considerato un marcatore precoce per verificare il possibile insorgere del tumore.
 
Misurati i livelli di metilazione dei soggetti gli scienziati hanno analizzato le diverse abitudini alimentari sottoponendo i partecipanti ad un questionario molto specifico.
 
Prendendo in considerazione 21 elementi della dieta, hanno scoperto che il consumo di folati (presenti in spinaci, insalata, legumi, fegato) e di vegetali a foglie verdi poteva essere associato ad una riduzione di metilazione e quindi, in teoria, a un minor rischio di tumore al polmone.
 
Stesso risultato per chi mangiava alimenti ricchi di vitamina C, A e K, luteina, acido folico, carotenoidi.
 
“Dobbiamo risolvere le contraddizioni che sono emerse nei diversi studi che si sono occupati del ruolo di vitamine e nutrienti vari nella protezione dal cancro: servono ricerche ulteriori che indichino chiaramente gli effetti dei fattori alimentari sulle cellule, per suggerire finalmente strategie preventive che possano avere successo” sottolinea Belinsky, a capo della ricerca.