Di Valentina Morosini | 20 Febbraio 2012

Da che cosa dipende l’obesità? Quante volte ci siamo fatti questa domanda? Ormai non si contano più, ma abbiamo saputo trovare anche tante risposte. Le cause possono essere: l’alimentazione troppo calorica, lo stile di vita sedentario, la predisposizione genetica o magari un mal funzionamento della tiroide. Secondo un nuovo studio, condotto dagli esperti dell’Imperial College London, esiste un altro motivo: una spia del grasso difettosa.
Questa spia ha il compito di allertare le cellule così da rispondere agli acidi grassi insaturi che provengono dalla dieta. Un difetto nel funzionamento impedisce questo meccanismo. Questo processo si blocca a causa di una proteina (in questo caso danneggiata), che funziona come sensore dei grassi alimentari.
Ma entriamo nel dettaglio della questione. La proteina si chiama GPR120 e si trova sulla superficie delle cellule dell’intestino, del fegato e in quelle adipose. Permette di capire se gli acidi grassi (per esempio gli Omega 3) ingeriti abbiamo un impatto positivo sulla salute oppure no. Ne consegue che le persone che hanno questa proteina danneggiata sono più propensi a diventare grassi. Ma c’è di più. Non solo aumenta il rischio di obesità, ma anche quello di avere un fegato grasso e livelli più alti di glicemia nel sangue.
Ne consegue che c’è il pericolo di sviluppare obesità (più 60 percento), ma anche diabete di tipo 2 e malattie cardiache.
Questo studio potrebbe essere molto importante per sviluppare nuove terapie mirate e farmacologiche contro queste problematiche.
Parole di Valentina Morosini