L'influenza stagionale 2011 è ufficialmente arrivata in Italia, a Genova il primo caso

E’ arrivata in Italia, e ci resterà fino a marzo, l’influenza stagionale 2011, proveniente da un virus australiano. Non sembra particolarmente cattiva, ma meglio essere prudenti.

L’influenza stagionale 2011 è ufficialmente arrivata in Italia, a Genova il primo caso

Doveva succedere, e puntualmente è successo: l’influenza stagionale 2011 è ufficialmente arrivata in Italia. Ora siamo tutti più tranquilli, si fa per dire, dato che fino a qualche girono fa chi si ritrovava a letto ammalato, in preda a sintomi come febbre, mal di gola, spossatezza e dolori articolari si doveva accontentare di una diagnosi di “sindrome para-influenzale”, insomma neppure la vera influenza ma un suo succedaneo di serie B. La prendo con ironia, ma naturalmente il virus che è approdato in Italia infettando il primo malato, un uomo di Genova di 46 anni, non va assolutamente preso sotto gamba.

Fortunatamente per chi ha fatto il vaccino, si tratta di uno dei tre virus isolati dall’anno scorso, nello specifico l’australiano A/H3N2/PERTH, per cui, verosimilmente, dovrebbe immunizzare perfettamente. “Tutto sta andando secondo copione – ha commentato il prof. Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano – L’isolamento del virus in questo periodo ci fa confermare la previsione iniziale, ossia che l’epidemia vera e propria scoppierà da Natale in poi.
 
Anche quest’anno si stanno vaccinando in pochi, un po’ perché il caldo si è protratto più a lungo del solito, un po’ perché continua lo strascico negativo delle polemiche di due anni fa sul vaccino pandemico”. A quanto pare, comunque, l’influenza “australiana” di quest’anno non promette di essere tra le più virulente e aggressive, bisogna comunque stare in guardia, come sottolinea l’esperto:
 
“Anche se, come abbiamo detto più volte, salvo imprevisti questa stagione influenzale si annuncia a bassa-media intensità (2-4 milioni di italiani colpiti), come ogni influenza non va sottovalutata. Anche in una stagione come questa si possono prevedere infatti circa 2mila morti, quindi vaccinarsi è fondamentale per evitare l’infezione e le sue complicanze nelle persone a rischio. Vacciniamoci, ricordando che l’effetto scudo scatta 10 giorni dopo l’iniezione”.
 
A proposito del giusto consiglio del virologo, di recente un sondaggio aveva rilevato che sempre più italiani, invece, non intendono affatto prevenire o curare l’influenza con i farmaci tradizionali ma avvalendosi della medicina alternativa e quindi dei rimedi omeopatici o fitoterapici.
 
Forse stiamo diventando consapevoli del fatto che prendersi qualche virus ogni tanto non fa poi così male, e tuttavia, ricordiamoci delle parole del dott. Pregliasco, a proposito delle persone a rischio. Se rientrate in queste categorie: malati cronici, anziani e bambini piccoli con altre patologie, non tentate la sorte, vaccinatevi.

Parole di Paola Perria