Jane Austen, la più amata scrittrice di tutti i tempi, fu assassinata con l'arsenico?

Una scrittrice di gialli, Lindsay Ashford, grazie ad una casuale scoperta sostiene che Jane Austen, la grande autrice di Orgoglio e Pregiudizio, sia morta avvelenata dall’arsenico!

Jane Austen, la più amata scrittrice di tutti i tempi, fu assassinata con l’arsenico?

Non sarà forse una notizia di fresca attualità, ma scoprire che Jane Austen, la più amata scrittrice di tutti i tempi (o per lo meno, una delle più amate), sia morta appena quarantenne non per malattia (come sempre sostenuto nelle biografie ufficiali) ma per mano assassina… bè, se permettete, mi ha fatto fare un balzo sulla sedia. Un omicidio “vecchio” di 200 anni, in perfetto stile Agatha Christie (altra grandissima autrice britannica, la “regina del mistery”, non a caso), perpetrato per mezzo dell’arsenico, un veleno che uccide lentamente e crudelmente.

E’ quanto sostenuta da un’altra scrittrice di gialli, stavolta contemporanea, Lindsay Ashford, a seguito di sue indagini personali svolte a Chawton, la città di Jane Austen, dove si era trasferita per dedicarsi alla sua ultima fatica letteraria che si intitola guarda caso “The mysterious death of Miss Austen” (La misteriosa morte della signorina Austen). Ebbene, la nostra improvvisata detective, rovistando nella raccolta delle lettere della grande autrice di Orgoglio e Pregiudizio e di Emma, ha scoperto uno scritto vergato dalla scrittrice poco prima di morire, alquanto sospetto.
 
Sto molto meglio ora e vado riprendendo il mio colorito naturale che è stato brutto abbastanza, nero e bianco, e ogni tipo di colore sbagliato”. Si tratterebbe, sempre secondo l’interpretazione della Ashford, della sintomatologia classica dell’avvelenamento da arsenico, caratterizzata proprio da macchie cutanee scure. La scoperta farebbe il paio con un altro clamoroso “scoop” voluto da una coppia americana che si era aggiudicata all’asta una ciocca di capelli della Austen.
 
Fatto analizzare, il reperto avrebbe evidenziato positività alla contaminazione da arsenico. Tuttavia, anche qualora si dovesse dimostrare per certa la morte della grande scrittrice per avvelenamento, difficilmente si potrebbe parlare di omicidio volontario. Sappiamo infatti che a quei tempi (stiamo parlando della prima metà dell’Ottocento, dato che la Austen morì nel 1817), l’arsenico veniva comunemente utilizzato in molti farmaci.
 
“Ritengo molto probabile che le fu dato un medicinale contenente arsenico – sostiene la Ashford – E trovo stupefacente che nessuno ci abbia pensato prima”. Nel suo romanzo giallo, però, è la tesi dell’omicidio che si sostiene, e devo ammettere che questa seconda ipotesi mi intriga di più… Mi sa che, non appena il romanzo verrà pubblicato in Italia, andrò ad acquistarne una copia, intanto, corro a rileggermi “Orgoglio e Pregiudizio”…

Parole di Paola Perria