Ipertiroidismo: quali sono i sintomi?

L’ipertiroidismo è un disturbo del sistema endocrino, caratterizzato da un’eccessiva quantità di ormoni tiroidei in circolo nel nostro corpo. Scopriamo insieme quali sono le cause e i sintomi di questo problema alla tiroide, l’alimentazione da adottare e le cure per l’ipertiroidismo.

Ipertiroidismo: quali sono i sintomi?

Foto di Emily Frost / Shutterstock.com

L’ipertiroidismo è una malattia della tiroide, provocata da un cattivo funzionamento di questa importante ghiandola endocrina a forma di farfallina, situata nella nostra gola.  In particolare, come si evince dal nome, l’ipertiroidismo è legato ad una eccessiva attività tiroidea, con produzione abnorme di tiroxina, uno dei due ormoni tiroidei. Tale condizione provoca disturbi di varia natura e a vari livelli, perché la tiroide e gli ormoni da essa prodotti sovrintendono molte funzioni fisiologiche importanti, tra cui il metabolismo basale. Esiste un ipertiroidismo conclamato, con sintomi abbastanza chiari e un ipertiroidismo subclinico, o borderline, che ha  una sintomatologia molto più difficile da riconoscere e che, alla lunga può aggravarsi e danneggiare gli organi interni. Vediamo meglio i sintomi tipici dell’ipertiroidismo.

Ipertiroidismi

Quando la ghiandola tiroidea funziona troppo, si manifesta un problema chiamato ipertiroidismo. Questo disturbo è caratterizzato da un eccessivo livello di ormoni tiroidei nel nostro organismo, ossia di tiroxina (T4) e triiodotironina (T3).

Questo problema è molto più comune in noi donne e può presentarsi in forme diverse ma se seguiamo le cure che ci indicherà il nostro medico potremo convivere tranquillamente con questo disturbo. Al contrario sottovalutare i sintomi di una tiroide che funziona eccessivamente, come l’improvvisa perdita di peso e il nervosismo possono portare a problemi più gravi tra cui aritmie cardiache e osteoporosi.

Ipertiroidismo: i sintomi principali

Il primo segno dell’ipertiroidismo, nella maggior parte dei casi, consiste nell’aumento di dimensioni della tiroide, che in gergo comune viene detto “gozzo”.

I sintomi della tiroide iperattiva si confondono facilmente con altre problematiche di salute e quindi molto spesso siamo portate a sottovalutarli. Invece, per prevenire problemi più gravi dobbiamo saper riconoscere i sintomi dell’ipertiroidismo e sapere quando sottoporci a esami specifici per valutare i livello di tiroxina (T4).

In particolare un TSH basso (dovuto a un livello alto di T4) può provocare:

  • Perdita di peso improvvisa ed immotivata (a volte anche in presenza di un aumento dell’appetito)
  • Capelli fragili e soggetti a caduta
  • Unghie fragili
  • Ingrossamento della tiroide
  • Tachicardia, aritmia o palpitazioni
  • Ansia, irritabilità e nervosismo
  • Tremore delle mani
  • Aumento della sudorazione e  vampate di calore
  • Occhi sporgenti ed irritati
  • Debolezza muscolare
  • Alterazione del ciclo mestruale
  • Aumentata motilità intestinale (con possibile diarrea)
  • poliuria (aumento della frequenza nella minzione)
  • iperattività
  • disturbi del sonno
  • riduzione del desiderio sessuale

In tutti questi casi, è sempre opportuno rivolgersi al proprio medico curante per una diagnosi certa ed un’eventuale terapia.

Ipertiroidismo: le cause

A provocare l’ipertiroidismo possono esserci diverse patologie, le più comuni sono tre il morbo di Basedow-Graves, i noduli tiroidei e la tiroidite.

Morbo di Basedow o morbo di Graves

La malattia di Basedow-Graves rappresenta la causa più comune di ipertiroidismo: è una patologia autoimmune che fa ingrossare la tiroide, per cui si parla anche di ipertiroidismo autoimmune o gozzo tossico diffuso. Non si conoscono le cause di questa patologia anche se sicuramente tra i fattori più probabili c’è la predisposizione genetica.
Gli anticorpi prodotti dal sistema immunitario stimolano la tiroide a produrre anomale quantità di T-4 (tiroxina), attaccando la ghiandola stessa e a volte anche il tessuto dietro agli occhi (oftalmopatia di Graves) o la pelle delle gambe (dermopatia di Graves).
Quando il malfunzionamento della tiroide colpisce anche gli occhi il risultato è quello di notare occhi sporgenti in maniera innaturale; con un danno sia alla vista che dal punto che al nostro aspetto.
Anche un semplice occhio gonfio quindi potrebbe nascondere problemi alla tiroide, per questo dobbiamo prestare particolare attenzione a tutti i sintomi che, se si presentano insieme possono essere un campanello d’allarme.

Noduli tiroidei

In altri casi, l’ipertiroidismo può esser causato da un’eccessiva produzione di ormoni da parte di un nodulo tiroideo. In questo caso si parla di gozzo nodulare tossico; l’attività della ghiandola viene compromessa e si ha ipertiroidismo. Solitamente il gozzo nodulare tossico è più frequente nelle persone più anziane o in chi soffre di carenza di iodio.
Allo stesso modo, uno o più noduli che producono troppi ormoni T3 e T4 portano a un livello di TSH ridotto e quindi a ipertiroidismo; si tratta in questo caso della malattia di Plummer(adenoma tossico).

Tiroidite

Infine tra le cause di un TSH basso c’è anche la tiroide infiammata o tiroidite che a volte possiamo riconoscere perchè si presenta accompagnata da mal di gola e difficoltà nella deglutizione.

Diagnosi e esami

Se notiamo alcuni dei tipici sintomi dell’ipertiroidismo dobbiamo subito rivolgerci ad un medico. Durante la visita valuterà la presenza  di noduli attraverso una leggera palpazione del collo e la presenza di alterazioni oculari o battito cardiaco irregolare. Oltre a questo primo controllo, il medico dovrà valutare il risultato delle nostre analisi del sangue.

In particolare, la funzionalità tiroidea si può verificare controllando il dosaggio degli ormoni tiroidei nel sangue e in particolare considerando i valori più significativi: quelli del FT3 e del FT4 (ovvero le frazioni libere degli ormoni T3 e T4) e quello del TSH.

Se dagli esami del sangue emerge un livello di TSH basso, dovremo consultare un endocrinologo.  Per diagnosticare un eventuale problema gli esami più comuni sono due:

  • l’ecografia della tiroide o ecografia tiroidea,  un esame indolore che dura circa 10-15 minuti e mostra la presenza di noduli e alterazioni;
  • la scintigrafia della tiroide o scintigrafia tiroidea, utile soprattutto a verificare se si tratta del morbo di Basedow o della malattia di Plummer. Si effettua somministrandoo per via endovenosa un radiofarmaco e osservando poi con una particolare attrezzatura (detta gamma camera) il segnale che emette. Dura circa 25 minuti e, a differenza dell’ecografia, è un esame sconsigliato se si è in gravidanza.

 

Ipertiroidismo e gravidanza

Le donne che soffrono di ipertiroidismo, se possibile, devono tenere sotto controllo la malattia già prima di restare incinta. In rari casi si può verificare anche una forma di ipertiroidismo gestazionale, accompagnato da iperemesi gravidica, ovvero nausea e vomito molto violenti.

Di norma questa eccessiva produzione di ormoni tiroidei si attenua spontaneamente nella seconda parte della gravidanza ma è sempre meglio consultare un medico per seguire la terapia più giusta.

Anche la fase dell’allattamento è a rischio, perché potrebbe manifestarsi la cosiddetta tiroidite post-partum. Per questo è sempre bene fare le analisi e i dosaggi ormonali per tenere sotto controllo il funzionamento della tiroide.

Se soffri di problemi alla tiroide e stai cercando di restare incinta, qui trovi tutte le informazioni che ti servono su come affrontare i problemi di tiroide in gravidanza.

Ipertiroidismo nei bambini

L’ipertiroidismo nei bambini è una condizione rara, di natura autoimmune, e i sintomi principali sono:

  • Irritabilità
  • Ipertensione
  • Tachicardia
  • Protrusione frontale e microcefalia
  • Ritardo mentale

Ipertiroidismo: cure

L’ipertiroidismo può essere tenuto sotto controllo farmacologicamente, ma in alcuni casi può essere consigliato l’intervento chirurgico o la cosiddetta terapia radiometabolica. Il medico, dopo un’attenta visita e lo studio delle analisi effettuate, ti consiglierà la procedura migliore per il tuo problema alla tiroide.

Farmaci per l’ipertiroidismo

Per quanto riguarda la terapia farmacologica, esistono diversi farmaci chiamati tirostatici o anti-tiroidei. Il loro effetto è quello di inibire la produzione degli ormoni da parte della tiroide. I principali farmaci utilizzati per l’ipertiroidismo sono il metimazolo e il propiltiouracile. In genere, nel giro di uno o due mesi dall’inizio del trattamento possiamo notare i primi benefici. Se l’ipertiroidismo però è causato dal morbo di Graves i tempi si allungano e i sintomi vanno in remissione dopo una cura di almeno 12/18 mesi.
Spesso, assieme ai medicinali citati sopra, viene consigliato l’utilizzo di beta-bloccanti, che aiutano a tenere sotto controllo alcuni sintomi dell’ipertiroidismo come tachicardia, tremolii e irritabilità.

Tiroidectomia

In alcuni casi può essere necessaria la tiroidectomia ossia l’asportazione chirurgica della tiroide che può essere totale o parziale (tiroidectomia). L’intervento comunque si effettua solamente quando la tiroide è molto gonfia e se i trattamenti classici non danno risultati. Dopo l’operazione, sarà necessario assumere a vita farmaci che compensano l’assenza della tiroide.

Terapia radiometabolica

Un’altra terapia frequente è quella con lo iodio radioattivo che causa la necrosi di una parte del tessuto tiroideo. Questo trattamento consiste nell’assunzione per via orale di capsule contenenti iodio radioattivo che, una volta entrato in circolo nel sangue, viene assorbito dalla tiroide e va a danneggiare le cellule che producono gli ormoni tiroidei.

La dieta per l’ipertiroidismo

Adottare uno stile di vita sano e una dieta povera di iodio è il primo passo per tenere sotto controllo il problema. Per questo motivo è importante evitare i cibi ricchi di iodio e preferire quelli ricchi di vitamine e altri sali minerali.

Cibi consigliati

In caso di ipertiroidismo dovremmo inserire nella nostra dieta le verdure appartenenti alla famiglia delle crucifere (broccoli e cavolfiori), gli spinaci e le rape, mentre tra la frutta meglio optar per pere, pesche, fragole, papaya e mango. Questi alimenti aiutano infatti a rallentare il processo di produzione degli ormoni tiroidei.

Fai invece attenzione a limitare i carboidrati, scegliendo piuttosto quelli integrali. Via libera infine alle proteine, necessarie per una corretta funzione della tiroide, così come agli alimenti ricchi di zinco e di selenio. Recenti studi hanno suggerito infatti che questi minerali prevengono e combattano i disturbi della tiroide.

Alimenti da evitare

Innanzitutto, dovremmo ridurre il consumo di sale iodato, una delle prime fonti di iodio nella nostra alimentazione. Questo minerale è presente in gran quantità nel pesce (soprattutto nel pesce azzurro), nei crostacei e nei molluschi.
Altri cibi da evitare sono i salumi e le carni grasse, gli snack salati e la frutta secca a guscio. Dovremmo cercare di ridurre anche il consumo di yogurt e latticini in generale, uova, fagioli e mirtilli rossi, molto ricchi di iodio.
Inoltre sarebbe meglio ridurre il consumo di eccitanti tra cui caffè, tè, bevande energetiche, alcool e tabacco.

Parole di Redazione