Interruzione di gravidanza: dove, come e quanto costa un aborto volontario

L’interruzione volontaria di gravidanza può essere fatta dalle donne maggiorenni entro tre mesi dalla data dell’ultima mestruazione: vediamo cosa serve e dove farla.

Interruzione di gravidanza: dove, come e quanto costa un aborto volontario

L’interruzione di gravidanza è un diritto delle donne sancito con la legge 194 e può essere fatto entro 90 giorni dalla data dell’ultima mestruazione. Solitamente quando ci si accorge di una gravidanza non programmata ed inaspettata sono comunque passate già almeno 5 o 6 settimane e la legge impone anche 7 giorni di “riflessione” che vanno dalla data della visita medica che deve accertare la gravidanza fino a quando è possibile recarsi in ospedale per l’intervento. Vediamo come si svolge l’interruzione di gravidanza e quali sono gli step necessari da seguire.

Interruzione volontaria di gravidanza

L’IVG come detto, per la legge italiana, può essere fatta fino alla 12esima settimana di gestazione, ovvero circa 90 giorni dall’ultima mestruazione. L’aborto terapeutico però può anche avvenire dopo ma solo nel caso in cui la gravidanza sia a rischio o comporti un grave pericolo per la vita della donna o quando il feto è affetto da anomalie o malformazioni. Per una visita, quando si sospetta di essere incinta, ci si può rivolgere ai consultori familiari pubblici, all’ospedale o al ginecologo, per chiedere informazioni su come procedere e per attestare la presenza della gravidanza. Il medico, privato, dell’ospedale o del consultorio, potrà anche proporre alcune alternative all’aborto ma la decisione finale spetta sempre alla donna. Per le minorenni, prima di interrompere la gravidanza serve il consenso dei genitori o di un tutore legale, senza il quale non è possibile procedere all’aborto. Nel caso una minorenne non volesse informare i genitori, è possibile che il ginecologo presenti una relazione sulla situazione da presentare al giudice tutelare che potrà autorizzare la minorenne, previo colloquio, a interrompere la gravidanza.

L’iter per l’interruzione volontaria di gravidanza

L’iter burocratico prevede che il medico rilasci un certificato in cui la donna viene invitata a riflettere sulla questione: avrà così 7 giorni di tempo (“Espletate le procedure previste ai sensi dell’art. 5 L 194/78 si ritiene che sussistano le circostanze di cui all’articolo 4, per cui, trascorsi sette giorni dalla data del presente certificato, la richiedente potrà presentarsi in una delle sedi autorizzate per effettuare l’intervento” si legge nei documenti) per pensare e poi potrà rivolgersi ad un centro medico o a un ospedale pubblico per l’intervento. Ma come avviene l’IVG? L’intervento nelle primissime settimane (dal primo mese fino al terzo, anche per gravidanza gemellare) viene fatto in day hospital e con anestesia locale; oltre all’intervento verrete anche sottoposte a vari esami per valutare che tutto vada bene. Ricordate poi che molti medici sono obiettori di coscienza e che quindi si rifiutano di svolgere interventi di interruzione di gravidanza. L’intervento se fatto in strutture pubbliche e autorizzate non avrà nessun costo se non quello dei medicinali che dovrete prendere dopo l’intervento.