Imprenditoria femminile in Italia: intervista ad Anna Giuliani di Solgar Italia Spa

Intervista ad Anna Giuliani di Solgar Italia Spa sull'imprenditoria al femminile, per ottenere successo in Italia.

Imprenditoria femminile in Italia: intervista ad Anna Giuliani di Solgar Italia Spa

Nei giorni in cui si parla di quote rosa e dell’importanza necessaria di figure femminili nei ruoli chiave della nostra società, abbiamo intervistato Anna Giuliani, presidente e amministratore delegato di due Spa, che sono attive nell’ambito delle discipline del benessere: la prima è Solgar Italia Multinutrient Spa, azienda di prodotti a base di micronutrienti, sali minerali, vitamine e amminoacidi, e l’altra è Green Remedies, che distribuisce gli Australian Bush Flowers, ovvero rimedi floreali australiani analoghi ai Fiori di Bach ma con l’energia e la vitalità del continente australiano, oltre a una linea di dermocosmesi naturale e green. Legato a questo contesto esiste poi un polo didattico privato, il CNM (College of Naturopathic Medicine), autorizzato dal Miur, che si occupa della formazione legata alle discipline del benessere, avvalendosi di docenti di prestigio che presenziano negli oltre 150 eventi organizzati nel nostro Paese.

Quali sono gli elementi che caratterizzano le figure femminili ai vertici delle aziende?
Le donne che costruiscono le aziende possiedono quelle peculiarità legate alle tematiche di genere: possono essere intuitive, sanno essere sapienti nelle gestioni dei rapporti con il personale e sanno seguire il personale femminile in quelle che sappiamo essere le criticità nel lavoro della donna, come ad esempio la gravidanza o la crescita dei figli, quando per questi motivi ci si deve assentare dal lavoro. Fare questo è possibile stabilendo degli obiettivi chiari e dei traguardi, che non si legano tanto alla presenza in ufficio 8 ore, quanto al raggiungimento dell’obiettivo con intelligenza e con il rispetto di quei valori che ancora oggi purtroppo vediamo spesso infranti nei tristi casi di cronaca nera che affollano le pagine dei giornali.

In Italia siamo molto indietro rispetto all’Europa e al resto del mondo in fatto di parità di genere in questi ruoli chiave?
Se vediamo quello che sta succedendo in Parlamento in questi giorni, vorrei dire ‘nì’, nel senso che sembra si stia muovendo qualcosa. Dobbiamo poi considerare che adesso le generazioni sono molto diverse rispetto alle generazioni degli anni Sessanta. Ci sono delle evoluzioni in senso positivo: molto uomini intelligenti capiscono che anche in ambito lavorativo la presenza e la collaborazione con la donna è un valore aggiunto. Poi ci sono alcuni settori, come ad esempio quello della medicina e della farmacia, dove la donna è depositaria della cura e della salute, valori che traslati nel lavoro possono essere davvero considerati la spina dorsale delle imprese.

Ultimamente si è molto parlato di genere in politica e nei ruoli chiave del potere con la questione delle quote rosa. Secondo Lei le quote rosa sono necessarie per permettere l’entrata delle donne nei ruoli dirigenziali?
Io sono favorevole: a mali estremi, estremi rimedi. Sono contenta si parli di quote rosa perché sono necessarie. L’uomo continua, soprattutto nelle istituzioni e nelle aziende, ad avere un ruolo di maggior rilievo rispetto alla donna. Questo purtroppo avviene per ovvi motivi: quando si hanno dei figli, fra il marito e la moglie, se ci fossero delle difficoltà nella gestione della prole, è quasi sempre la donna a rinunciare alla sua posizione lavorativa. Se ci pensiamo è proprio una questione numerica, è più facile che siano gli uomini ad avanzare nella loro professione. Ci sono però delle ragazze che sono molto qualificate, professionalmente molto preparate, che, se il marito guadagna in modo sufficiente, rimangono a casa e lasciano da parte la loro carriera. È giusto che si dia la possibilità di garantire una parità di genere anche in una norma, rispettando così quello che c’è già scritto nella nostra Costituzione.

Quale potrebbe essere la caratteristica fondamentale per le donne che decidono di lavorare e non rinunciare alla propria famiglia?
La motivazione è davvero quello che conta. Solo con la determinazione e la forza di volontà si possono cambiare le cose: una donna che vuole può partire anche da sottozero e raggiungere quegli obiettivi che si era sempre prefissata, anche dopo molte cadute. Anzi, una donna in grado di prendersi cura dei propri figli probabilmente sarà anche in grado di traslare questi valori nei suoi rapporti lavorativi, che sicuramente ne trarranno beneficio. A questo si aggiunge sicuramente un pizzico di fortuna e intelligenza, ma la base rimane la motivazione.