Il Principe William parla della morte di Lady Diana: Il dolore non ti lascia mai

A pochi giorni dalle dichiarazioni del fratello Harry sulla sofferenza causata dalla terribile scomparsa di Lady Diana a Parigi nell'agosto del 1997, arrivano le parole del Principe William, raccolte nel documentario della BBC Mind Over Marathon. 'Lo shock fu insostenibile. Ci convivo ancora oggi. La gente pensa che con il tempo le ferite passino, ma non è così. Quel momento non ti lascerà mai, basta imparare a gestirlo', ha detto il Duca di Cambridge

Il Principe William parla della morte di Lady Diana: Il dolore non ti lascia mai



Il Principe William parla della morte di Lady Diana e ammette: Il dolore non ti lascia mai.
A pochi giorni dalle dichiarazioni del fratello Harry sulla sofferenza causata dalla terribile scomparsa della Principessa del Galles a Parigi nell’agosto del 1997, arrivano le parole del Duca di Cambridge, raccolte nel documentario della BBC “Mind Over Marathon”, incentrato sulla Maratona di Londra e il tema della salute mentale, che sta molto a cuore ai due Principini, presentato oggi a Londra.

“Lo shock fu insostenibile. Ci convivo ancora oggi. La gente pensa che con il tempo le ferite passino, ma non è così. Quel momento non ti lascerà mai, basta imparare a gestirlo”, ha detto William, che all’epoca della morte dell’amata mamma aveva solo 15 anni. Queste parole fanno eco alle dichiarazioni dei giorni scorsi del Principe Harry in cui ha confessato di essere stato in terapia per la morte di Lady D.

L’intervista del Principe Harry al Telegraph

“Posso dire con sicurezza che perdere la mia mamma a 12 anni, e di conseguenza blindare le mie emozioni per gli ultimi vent’anni ha avuto un effetto rilevante non solo sulla mia vita personale ma anche sul mio lavoro.
Probabilmente sono stato molto vicino a un crollo nervoso in più occasioni, quando ogni genere di dolore, bugia, travisamento e tutto mi si sono riversati addosso da ogni parte”, ha dichiarato Harry al Daily Telegraph.
“Il mio modo di affrontarlo fu di mettere la testa sotto la sabbia, e rifiutare persino di pensare alla mia mamma, perché a cosa serviva? Pensavo che mi avrebbe solo reso più triste, non me l’avrebbe restituita.
Quindi da un punto di vista emotivo ero ‘bene, non permettere alle tue emozioni di avere un ruolo in niente’. Ero un tipico venti-venticinque-ventottenne che andava in giro dicendo ‘la vita è stupenda’ o ‘va tutto bene’ ed era così”, ha continuato il secondogenito del Principe Carlo, spiegando che dopo “due anni di caos totale”, verso i 28 anni, si è finalmente convinto a chiedere aiuto, grazie anche al fratello che da anni lo spingeva a rivolgersi ad uno psicoterapeuta.
“E poi ho iniziato a parlarne con qualcuno e tutt’a un tratto tutto questo lutto che non avevo mai elaborato ha cominciato a venirmi incontro e ho capito che c’era in effetti un sacco di cose con cui dovevo fare i conti”, ha concluso Harry, che adesso, insieme al fratello William e alla cognata Kate, è impegnato nella campagna Heads Together per sensibilizzare l’opinione pubblica britannica sul tema della salute mentale.
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Parole di Monica Monnis