Il parto indotto, come funziona

Ecco come funziona il parto indotto, come si stimolano le contrazioni nella donna per facilitare l'inizio del travaglio e la nascita del bambino.

Il parto indotto, come funziona

Il parto indotto, come funziona? Prima di parlare dell’induzione del parto, meglio chiarire che, in condizioni normali, si parla di parto spontaneo, quando tra spinte e contrazioni il travaglio e la nascita del piccolo avvengono in modo completamente naturale, senza la necessità di interventi esterni. In alcuni casi, invece, quando il piccolo non si decide da solo a venire al mondo e la data del presunto parto è passata da qualche giorno, lo specialista opta per l’induzione artificiale del parto. Ma vediamo meglio di cosa si tratta.

Come funziona l’induzione

Niente di troppo complicato né tantomeno rischioso. Nel caso dell’induzione del parto, che solitamente avviene in presenza di difficoltà particolari o dopo che la gestante ha superato il termine previsto per il parto di una settimana, dieci giorni, viene stimolato l’avvio del travaglio, vengono indotte le contrazioni che portano alla nascita del piccolo grazie alla somministrazione alla gestante di alcuni farmaci specifici.

In particolare, la prostaglandina sintetica viene introdotta nella vagina o nella cervice, cioè il collo dell’utero, della donna che deve dare alla luce il suo piccolo, sotto forma di crema o di candelette. Grazie a questo procedimento, si stimolano le contrazioni uterine e, di conseguenza, l’inizio del travaglio. Se questo farmaco non basta, invece, si passa a un altro, si utilizza l’ossitocina sintetica, un potente stimolatore dell’attività dell’utero somministrato alla gestante attraverso una flebo.

E poi, il travaglio

Indotte con i farmaci ad hoc le contrazioni, comincia il travaglio. Cioè quella fase complessa che precede il parto e che consente la nascita della nuova vita. Una sorte di fase preparatoria al lieto evento vero e proprio che si può suddividere in tre periodi.

Il periodo prodromico, cioè l’inizio del travaglio, quando le contrazioni sono particolarmente dolorose e irregolari. Il periodo dilatante, quando il travaglio entra nel vivo, la cervice uterina si dilata e le contrazioni cominciano a diventare sia più regolari sia più dolorose. E l’ultimo, il periodo espulsivo: tutto è pronto per la nascita del piccolo, il travaglio sta per concludersi, la dilatazione del collo dell’utero è completa, il neonato entra nel canale del parto, le contrazioni diventano più frequenti, intense e prolungate; ed è proprio in questa fase clou che il bimbo viene a luce, che scende attraverso il canale del parto e comincia la sua vita ufficialmente.

Parole di Camilla Buffoli