Il morbo di Parkinson si previene anche con la dieta mediterranea

Uno studio giapponese ci rivela che seguire una dieta sana, come quella mediterranea, ci aiuta a prevenire malattie dell’invecchiamento tra cui anche il morbo di Parkinson.

Il morbo di Parkinson si previene anche con la dieta mediterranea

Prevenire malattie degenerative come il morbo di Parkinson si può, anche grazie all’alimentazione. Ad esempio, uno studio giapponese ci rivela che la dieta mediterranea (quella “vera”, patrimonio dell’Unesco), è in assoluto la migliore proprio per aiutarci a non sviluppare questa patologia del sistema nervoso centrale, eliminando, quindi, uno dei fattori scatenanti principali. E’ noto, infatti, che per ammalarsi di Parkinson bisogna che si verifichino alcune condizioni, innanzi tutto, che esista una predisposizione genetica, e in secondo luogo, che fattori ambientali scatenanti permettano di innescare il processo degenerativo.

Se difficilmente, al momento, possiamo agire sulle cause genetiche, certamente possiamo, però, evitare di creare le condizioni ottimali per l’insorgenza della malattia, ad esempio, seguendo un’alimentazione corretta fin da piccoli. Infatti questo tipo di malattie è determinato anche da uno stress ossidativo cellulare, che può essere prevenuto grazie a cibi ricchi di antiossidanti naturali. Ebbene, proprio su questo fronte, i ricercatori dell’Università di Tokyo (Giappone), hanno provato a vedere il legame tra incidenza del morbo e tipo di regime alimentare seguito dai pazienti, e per fare questo hanno coinvolto 249 malati parkinsoniani e 368 persone in buona salute.
 
Ovviamente, l’idea era quella di mettere a confronto le diverse abitudini alimentari, e così, i ricercatori hanno scoperto che chi seguiva una dieta di tipo mediterraneo aveva un rischio inferiore del 46% di sviluppare la malattia di Parkinson. Nello specifico, il campione selezionato da prof. Hokubo e colleghi, è stato suddiviso in tre gruppi in base alle abitudini a tavola. Un gruppo (quello che aveva meno probabilità di ammalarsi di Parkinson), seguiva una dieta definita “sana”, a base di frutta e verdura, cereali, pesce e legumi (in pratica, molto vicina alla nostra dieta mediterranea).
 
Un secondo gruppo seguiva una dieta definita “occidentale”, ovvero a base di carni (soprattutto rosse) e grassi di origine animale, ed era decisamente i più a rischio. Infine, un terzo gruppo seguiva una dieta “leggera”, a metà strada tra le due precedenti. Tirando le somme, i ricercatori hanno potuto sentenziare che: “Un regime alimentare costituito da un elevato consumo di verdura, frutta e pesce può essere associato a un ridotto rischio di malattia di Parkinson”. Davvero buono a sapersi! Lo studio è stato pubblicato sulla rivista European Journal of Neurology.

Parole di Paola Perria