I sintomi e i rimedi per curare l'allergia agli acari

I sintomi e i rimedi per curare l’allergia agli acari

L’allergia agli acari della polvereè un disturbo molto frequente e soprattutto da non sottovalutare. Con il termine allergia si intende una risposta del sistema immunitario verso un qualcosa con il quale viene a contatto (allergene) che ritiene e pericoloso. Come da norma il nostro organismo scatena contro il “nemico” individuato degli anticorpi specifici, da cui si sviluppa la reazione allergica. Nel caso degli acari della polvere, non è tanto il microrganismo a provocare l’allergia, quanto i suoi residui: feci ed acari morti.

I sintomi dell’allergia agli acari

L’allergia agli acari si manifesta laddove c’è un contatto con l’allergene: colpisce cioè gli occhi, le vie respiratorie e la pelle. Tra i sintomi più comuni troviamo quindi la congiuntivite (con occhi rossi e lacrimanti); la rinite (naso otturato e che cola, come nel raffreddore, ma accompagnato da frequenti starnuti); asma (il fenomeno più preoccupante, che si manifesta con difficoltà di respirazione più o meno intense, anche sotto sforzo fisico o nel sonno, tosse e sibili); eczema ed orticaria (ma si tratta di sintomi meno frequenti per ciò che riguarda l’allergia agli acari, benché non trascurabili). Questi sintomi, possono essere presenti anche tutto l’anno, benché esistano dei periodi clou: in piena primavera, andandosi a sommare alle allergie ai pollini, e da settembre in poi. Questo per le caratteristiche ambientali che ne favoriscono lo sviluppo e la riproduzione: locali poco areati, umidi e con temperature superiori ai 18-20 gradi.
 
Rimedi per l’allergia agli acari

Va detto subito che in presenza ricorrente di uno o più di questi sintomi (anche contemporaneamente), è necessario rivolgersi ad un allergologo per una diagnosi precisa che si fa con i tradizionali test cutanei (ed eventualmente viene poi confermata da analisi del sangue). Poi le varie possibilità di cura o controllo. Prima di tutto sarà necessaria un’accurata igiene domestica: la polvere andrà tolta con regolarità, meglio se con una pezza bagnata, per non far volare in giro i residui degli acari. Per lo stesso motivo è meglio passare l’aspirapolvere piuttosto che la scopa. Vanno aspirati anche i divani e tutta la tappezzeria almeno una volta a settimana. Materassi e cuscini del letto rappresentano la maggiore fonte di allergeni: è qui che si annidano maggiormente gli acari perché è il luogo dove trovano maggiore sostentamento: particelle di forfora e pelle, capelli e peli. Per ovviare al problema esistono alcuni tessuti, frutto della moderna tecnologia capaci di non far penetrare l’acaro: copri cuscino, copri materasso, lenzuola, federe, coperte, ecc. Per il resto i normali tessuti vanno lavati a circa 60°. A queste temperature l’acaro viene distrutto. Esistono comunque gli “acaricidi”, prodotti in grado di uccidere il microrganismo, ma che non eliminano i residui allergizzanti.
 
Le cure pe l’allergia agli acari

Fatta la diagnosi di allergia e stabilite le norme igieniche quotidiane, il medico specialista in allergologia suggerirà la terapia a seconda dei casi. Se la reazione allergica non è costante e di lieve entità si potrà procedere al controllo dei sintomi attraverso i comuni medicinali: i più comuni sono gli antistaminici ed i corticosteroidi per applicazioni locali (ad esempio spay nasale per la rinite o inalazioni per l’asma), ma ne esistono anche di altre tipologie. Se invece l’allergia altera la qualità della vita del paziente, può essere necessaria una terapia desensibilizzante. Si tratta di una cura definitiva, consistente nella somministrazione di minime quantità di allergene in dosi crescenti, in modo da abituare il sistema immunitario alla sostanza. La terapia può essere fatta a domicilio, attraverso gocce sublinguali o presso l’ambulatorio tramite iniezioni. In una prima fase, molto di frequente, per poi diradare le somministrazioni nel tempo. Va detto però che la desensibilizzazione può durare dai tre ai 5 anni a seconda dei casi.
 
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