Di Giovanna Tedde | 22 Aprile 2022
Nella Giornata mondiale della Terra, il 22 aprile, tanti parlano di tutela dell’ambiente ma ancora pochi conoscono le insidie che si nascondono in una pratica di comunicazione e marketing che è una vera e propria trappola: il “greenwashing“. È come lavarsi la coscienza promuovendo un mondo nuovo e più attento alla natura e al pianeta, ma sono solo chiacchiere e dietro ci sono solo interessi economici. Conoscerlo per evitarlo, insieme a tutto ciò che gli gravita intorno: una galassia di intenti lontana anni luce da come viene confezionata e venduta al consumatore inconsapevole.
Cos’è il greenwashing e perché conoscerlo ci aiuta a salvare il mondo
La Giornata della Terra si celebra su scala mondiale il 22 aprile, ma la battaglia per un’umanità che rispetti la natura non conosce soluzione di continuità. E soprattutto si deve combattere ogni giorno.
Nel mondo non tutti conoscono una pratica ingannevole che spesso si cela dietro iniziative di mercato (ma non solo) e fa apparire le cose diversamente da come sono realmente: il greenwashing. Capita così che aziende promuovano prodotti che sono “green” e ecosostenibili soltanto nella facciata, mentre la sostanza non cambia e si resta al punto di partenza in fatto di salvaguardia dell’ambiente.
È un’immagine falsamente attenta al verde ed è così diffusa, secondo gli esperti, da rendere ancora più complessa la sua identificazione. Ecco perché capire quali sono i prodotti che fanno davvero il loro dovere in fatto di sostenibilità, e non alimentano le trame del finto ambientalismo, diventa fondamentale nella corsa contro il tempo per invertire la rotta e per salvare il nostro pianeta.
Il greenwashing è un’emergenza, al punto che l’Onu ha nominato un team dedicato – per la prima volta nella storia – al contrasto di questa pericolosissima strategia. Spesso basta poco per fiutare correttamente l’amaro del greenwashing, anche se non tutti i consumatori lo sanno: occhi puntati, quindi, sulle certificazioni dei brand, sulla loro storia e sulle tecniche di produzione in ottica ecosostenibile. Più si dice, meglio è. A partire dalle etichette, primo biglietto da visita “ecologico” di un prodotto davvero green.
Parole di Giovanna Tedde