Grasso tossico: la sindrome che colpisce anche le magre

Pochi chili in eccesso non sono un vero e proprio problema. La reale preoccupazione, invece, è il grasso tossico che si concentra nelle cellule adipose e che poi viene reintrodotto nel sangue, divenendo così la causa di gravi malattie cardiovascolari. Vediamo di capire meglio la sindrome del grasso tossico.

Grasso tossico: la sindrome che colpisce anche le magre

Il grasso è tossico anche per le magre! Secondo recenti studi, non sono i pochi chili di troppo ad essere il vero problema, ma un’alimentazione ricca di grassi che nel tempo vanno ad accumularsi e a formare il cosiddetto grasso tossico. Ma qual è la soluzione per evitare un problema simile? Ovviamente non è quella di abolire totalmente i grassi, che come sappiamo, in una certa misura fanno bene al nostro corpo, ma cambiando il proprio regime alimentare e prediligendo altri tipi di grassi. Quelli buoni per intenderci!

Cos’è il grasso tossico

La sindrome del grasso tossico, avanzata dal biochimico statunitense Barry Sears, autore tra l’altro della famosa Dieta Zona, sostiene che ci sono tre elementi fondamentali che possono causare il grasso tossico: i carboidrati raffinati, l’abuso di olii vegetali e lo scarso consumo di olio di pesce omega 3.
La definizione “grassi buoni e grassi cattivi” è una congettura semplicistica utilizzata dai professionisti della nutrizione, dai medici e dai preparatori atletici, per facilitare l’educazione alimentare dei propri pazienti. I grassi saturi (principalmente derivanti dagli alimenti di tipo animale) sono comunemente definiti grassi cattivi perché tendono ad innalzare il colesterolo LDL circolante favorendo l’insorgenza di malattie cardiovascolari.
I grassi insaturi (principalmente derivanti dagli alimenti di tipo vegetale), invece, sono molto utili nella conservazione e cottura degli alimenti e sono contenuti soprattutto negli oli da condimento, nella frutta secca, nel pesce azzurro e nell’olio di pesce. Questi acidi grassi detti essenziali, appartengono alla famiglia degli omega3 e degli omega6, e hanno funzioni importantissime per l’organismo.
Una delle conseguenze del grasso cattivo, generato dall’acido arachidonico, è l’aumento del peso. L’insulina, infatti, lo cattura e lo accumula all’interno delle cellule adipose. Tuttavia, il reale problema è che il grasso non si ferma lì, ma viene, nel tempo, reintrodotto nel flusso sanguigno, generando a questo punto la sindrome del grasso tossico.

Come evitare il problema?

Per prevenire ed evitare l’accumulo del grasso tossico nel proprio organismo è necessario seguire un’alimentazione sana, che preveda l’assunzione dei grassi buoni e l’eliminazione di quelli cattivi.
In particolare, sempre secondo Barry Sears, la dieta specifica per guarire dalla sindrome del grasso tossico è quella di scegliere una dieta antinfiammatoria, quale regime alimentare in grado di contrastare i processi infiammatori e lo stress ossidativo che caratterizzano molte patologie cronico-degenerative come il diabete e le malattie cardiovascolari.
Pertanto, un esempio di piano alimentare antinfiammatorio dovrà contare sul consumo giornaliero di frutta e verdura, carboidrati non raffinati e cibi che contengono gli omega3. Tra questi, l’olio di pesce con omega 3 è considerato da Barry Sears come il modo migliore per diluire il grasso tossico.