Genova, strage di cani: uccisi con spugne da cucina fritte e veleno per topi

Un'agghiacciante pratica di violenza sugli animali che in breve tempo ha prodotto una lunga serie di morti tra i cani in Liguria: questo è l'allarme lanciato su Facebook dalle pagine 'Emergenza bocconi avvelenati' e 'Segnalazioni bocconi avvelenati'. Sinora sono 16 le uccisioni registrate tra Genova, Chiavari e Avegno.

Genova, strage di cani: uccisi con spugne da cucina fritte e veleno per topi

Bocconi avvelenati che uccidono decine di animali in Liguria. Questo è l’allarme che gira sul web, dopo il caso di 16 cani uccisi a Genova con spugne da cucina fritte e veleno per topi. Esche che in breve tempo hanno prodotto una lunga scia di vittime tra gli amici dell’uomo, come riporta la pagina Facebook “Emergenza bocconi avvelenati”. Altre due uccisioni segnalate a Chiavari e Avegno.

Bocconi killer: polpette avvelenate, wurstel con chiodi e spugne da cucina fritte

L’allarme sui bocconi killer a Genova, Chiavari e Avegno è stato rilanciato online dalla pagina Facebook “Emergenza bocconi avvelenati”, che in poco tempo ha raccolto decine di segnalazioni su casi sospetti, alcuni addirittura potenzialmente letali e sventati in tempo. Da giorni sono in atto vere e proprie ronde di volontari nelle aree sensibili, ma la scia di sangue sembra crescere in modo esponenziale.
16 le morti ascrivibili al drammatico fenomeno, come riportato dal quotidiano Il Secolo XIX, che riferisce anche un dato preoccupante: sarebbero decine (si parla di almeno 30) le esche rinvenute per le strade, tutte con un altissimo potenziale killer.
Si va dalle polpette avvelenate ai wurstel farciti di chiodi, sino all’ultima, criminale trovata: spugne da cucina fritte per trasformarle in bocconi appetitosi che, una volta ingerite, si gonfiano fino a innescare un micidiale blocco intestinale.

Allarme via Facebook: ronde di volontari perlustrano le zone sensibili

Stefano Weiss, fondatore del gruppo chiuso Facebook “Emergenza bocconi avvelenati”, che segue da vicino la situazione in sinergia con la pagina “Segnalazioni bocconi avvelenati” descrive un quadro agghiacciante.
Sono decine e decine le segnalazioni monitorate e filtrate ogni giorno: “Ancora martedì è arrivata notizia di un cane avvelenato in corso Carbonara, per il quale stiamo cercando riscontri, e noi ieri sera con il nostro gruppo di controllo di Castelletto abbiamo rinvenuto una spugna fritta in Via Pastrengo”.

Scarsa informazione tra Genova, Avegno e Chiavari: pericolo anche per i bambini

Weiss lancia un preciso Sos: “La gente non sa nulla e va informata, anche perché le esche letali per gli animali possono essere molto pericolose anche per i bambini: basta mettere le mani in bocca dopo aver toccato i bocconi per avere gravi danni”. Lo spettro della pericolosità non si ferma solo, quindi, agli animali: sono suscettibili di rischio, anche piuttosto elevato, i bimbi e comunque le persone non in grado di discernere quanto hanno tra le mani.
Nasce su questo filone di preoccupazione crescente l’idea di attuare una perlustrazione a tappeto delle zone ritenute “calde” riguardo l’incidenza di questa pratica: nelle ore serali, all’alba, 3 o 4 volontari a spedizione. L’obiettivo dei volontari, al fine di contrastare questa piaga è quello di rendere la copertura delle ronde sempre più capillare.

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Bocconi avvelenati: cosa si sta facendo per contrastare il fenomeno

Nell’anno nero della strage dei cani in Liguria, un sottobosco di volontari opera incessantemente attraverso un lavoro di squadra che passa anche per sette gruppi WhatsApp. Quartiere per quartiere, sono decine le persone che quotidianamente scendono in strada per garantire la tutela agli amici animali e preservare la sicurezza dei cittadini, con la speranza (ancora disattesa) di assicurare i responsabili alla giustizia.
All’orizzonte, però, sembra non esserci una fine a tutto questo: alcuni piccoli si salvano per miracolo, grazie all’intervento di provvidenziali soccorritori, altri muoiono sull’asfalto dopo aver ceduto alla loro innocente golosità. Così sono morti Sally e Jack, un San Bernardo e un Jack Russell uccisi dal veleno per roditori, e ancora decine di cani in tutto il 2017. Cesare, invece, come racconta Il Secolo XIX, è riuscito a cavarsela nonostante abbia ingerito un wurstel imbottito di aghi.

La conferma della Asl: decine di carcasse e segnalazioni

Come accade nelle vicende che riguardano gli uomini, anche per i drammi del mondo animale non tutti i casi vengono alla luce. Appare dunque evidente che i numeri evidenziati dai volontari siano soltanto la punta di iceberg, di proporzioni potenzialmente enormi.
Intanto sulla vicenda si è espressa anche la Asl 3, con una parziale conferma dei dati che è, al contempo, una conferma del dilagare del fenomeno: dall’inizio dell’anno sarebbero una decina le carcasse giunte all’Azienda sanitaria genovese, e 22 i casi sospetti segnalati. Per 7 di questi, i test di laboratorio hanno già dato convalida di quanto temuto; altri 6 casi sono in attesa di responso d’analisi.

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Parole di Giovanna Tedde