Frutta e verdura per migliorare il colorito della pelle

Per avere una pelle più bella e un colorito sano è necessario curare la propria alimentazione e favorire il consumo di tanta frutta e verdura. Lo ha dimostrato un nuovo studio.

Frutta e verdura per migliorare il colorito della pelle

La frutta e la verdura non sono solo due alimenti sani per restare in forma, contrastare il colesterolo alto e tutelarsi dall’invecchiamento cutaneo. Questi prodotti, infatti, sono ottimi per migliorare anche il colorito della pelle. Mangiando quindi bene e soprattutto alimenti vegetariani, l’incarnato diventa più luminoso e sano, il grigiore sparisce e compare una ‘tintarella’ naturale. Manca poco all’inizio della primavera e quindi alla bella stagione: questo è un consiglio che va conservato gelosamente.

A sostenere questa teoria sono i ricercatori dell’università scozzese di St. Andrews, che con questo nuovo studio stanno cercando di incoraggiare il consumo di vegetali – 5 le porzioni quotidiane raccomandate – facendo leva sulla bellezza. Chissà che non sia una strategia valida? Per correggere le abitudini sbagliate a volte basta solo dare la motivazione giusta.
 
Per giungere a questa tesi, gli esperti hanno coinvolto 35 ragazzi, soprattutto di carnagione bianca. Hanno raccontato la loro dieta e soprattutto il loro consumo di frutta e verdura in un periodo di 6 settimane durante cui i volontari non hanno utilizzato trucco, lettini solari o creme autoabbronzanti. Perché questa scelta? Ovviamente per monitorare le variazioni di colorito in base alla dieta.
 
Non è la prima volta che sottolineiamo l’effetto estetico della corretta alimentazione e questo studio ne è davvero la dimostrazione. I ricercatori hanno costatato che mangiare frutta e verdura accentua la naturale colorazione della pelle. Ovviamente, questa caratteristica si nota soprattutto con gli alimenti che contengono betacarotene, come le carote e la zucca. Non sono però tutti concordi. Catherine Collins, dietista del St.George Hospital di Londra, ha fatto notare che nello studio sono state comunque analizzate zone della pelle esposte alla naturale luce del sole, come il viso.