Fiabe di Natale: l'Omino di Marzapane

La fiaba dell'omino di pan di zenzero è molto nota nei Paesi anglosassoni, e di solito si racconta a Natale, quando si preparano i biscotti allo zenzero, proprio a forma di omino.

Fiabe di Natale: l’Omino di Marzapane

Quella dell’ Omino di Marzapane, non è propriamente una fiaba di Natale, tuttavia può tranquillamente essere associata alla Festa più amata dai bimbi, perchè il dolcetto “animato” che ne è protagonista, è un biscotto che nei Paesi anglosassoni viene preparato, appunto, a Natale. La storia del gingerbread man, ovvero l’uomo di pan di zenzero (o marzapane), è molto amata dai bambini del Nord Europa e degli Stati Uniti, anche perchè associata ad una filastrocca il cui popolare ritornello “Run, run fast as you can! Can’t catch me, I’m the gingerbread man” è conosciuto proprio da tutti.

La vicenda è di una semplicità disarmante: una nonnina decide di preparare e cuocere il suo biscotto allo zenzero a forma di omino, ma quando il dolce è pronto, scappa via per non essere mangiato… e, dopo essere riuscito a sfuggire alle mandibole di una serie di personaggi affamati finisce… beh, per saperlo, leggetevi tutta la fiaba fino alla logica conclusione. E, magari, potreste narrarla ai vostri bimbi mentre preparate tanti, buonissimi biscotti di Natale… a forma di omino! Buona lettura e buon appetito…

Una volta c’erano una vecchina e un vecchino che vivevano in una piccola, vecchia casa vicino alla strada. Un giorno la donnina decise di fare qualcosa di speciale. “Farò un omino di marzapane” disse. Così lo preparò e lo mise nel forno a cuocere. Dopo un po’ udì una vocina: “Fammi uscire, fammi uscire!” La vecchina andò ad aprire lo sportello del forno e l’omino di marzapane saltò fuori. Scappò via per la cucina e corse fuori. L’omino di marzapane raggiunse la strada prima del vecchino e della vecchina. Essi non potevano correre di più. Gridavano però. “Vieni qui, vieni qui, per favore! Ti vogliamo mangiare. Fermati, omino di marzapane!” ansimavano. Ma l’omino di marzapane rispose cantando:

Corri corri se tu vuoi
Certo prendermi non puoi
E sai perché?
Sono tanto più veloce di te!
Presto l’omino di marzapane incontrò una mucca che gli muggì: “Sembri buono da mangiare!” ma l’omino di marzapane gli cantò:
Corri corri se tu vuoi
Certo prendermi non puoi
E sai perché?
Sono tanto più veloce di te!

La mucca corse e corse ma non poté raggiungere l’omino di marzapane. Più in là l’omino incontrò un cavallo. ” Fermati, omino” disse “Sembri buono da mangiare e io ho fame”. Ma l’omino di marzapane corse più forte. Il cavallo galoppava dietro di lui ma non abbastanza per raggiungere l’omino di marzapane. Che contava correndo:

Corri corri se tu vuoi
Certo prendermi non puoi
E sai perché?
Sono tanto più veloce di te!

L’omino di marzapane correva a più non posso ed era proprio orgoglioso delle sue capacità. Alla fine incontrò una vecchia volpe furba. “Fermati, smetti di correre, omino di marzapane!” disse la volpe leccandosi le labbra “Ho qualcosa da dirti!”. L’omino di marzapane non si fermò ma intanto cantava:
Corri corri se tu vuoi
Certo prendermi non puoi
E sai perché?
Sono tanto più veloce di te!

La vecchia volpe correva molto veloce, veloce come l’omino. Lo seguì fino giù al fiume, attraverso il bosco. L’omino di marzapane si dovette fermare per ascoltare la vecchia volpe furba che disse: “Voglio aiutarti ad attraversare il fiume. Saltami sulla coda e sarai salva e asciutta”. Così l’omino di marzapane saltò sulla coda della volpe e insieme attraversarono il fiume. Presto la volpe disse: “Per favore, puoi spostarti sulla groppa perché sei troppo pesante per la mia coda?” L’omino di marzapane obbedì.

Ma presto la volpe gli chiese di cambiare posizione: “Per favore saltami sul naso!” Ora la volpe nuotava trasportando l’omino di marzapane sul naso. Infine raggiunsero l’altra sponda del fiume. Prima di posare le zampe posteriori sulla riva del fiume la volpe fece volare l’omino per aria e aspettò che ricadesse. Intanto lei lo aspettava per accoglierlo nella sua bocca spalancata. E questa fu la fine dell’omino di marzapane.

Parole di Paola Perria