Femminicidio in Italia, 1628 orfani abbandonati dallo Stato

Il femminicidio è un fenomeno che è purtroppo in crescente aumento, ma gli orfani di queste terribili tragedie continuano ad essere abbandonati da tutti.

Femminicidio in Italia, 1628 orfani abbandonati dallo Stato

Il femminicidio è una delle piaghe più atroci e terribili della società contemporanea. Un fenomeno che è purtroppo in continua crescita anche in Italia, dove si registrano casi agghiaccianti e strazianti ogni giorno. Ma ci sono anche altre vittime innocenti di queste tragedie: migliaia e migliaia di bambini, spesso molto piccoli, che sono i protagonisti passivi e silenti di orrori e dinamiche di possesso, uccisioni e solitudine. I figli del femminicidio sono vittime di cui quasi nessuno parla… Sono condannati a un’infanzia interiorizzata nell’odio e nel dolore. Non sono sotto i riflettori mediatici perché minorenni e proprio per questo motivo sono ancora più a rischio.

I dati sui figli del femminicidio

I figli del femminicidio si ritrovano all’improvviso senza i genitori, che rappresentano il nucleo essenziale e principale della famiglia. Di punto in bianco tantissimi minorenni perdono la madre, uccisa nella maggior parte dei casi dal marito o dal partner, e anche il padre che finisce in carcere oppure si toglie la vita. I bambini sono pertanto costretti ad affrontare le fasi dell’elaborazione del lutto da soli e senza l’aiuto dello Stato. Nel nostro Paese non ci sono protocolli, percorsi terapeutici, strumenti, tutele economiche e legali che consentano agli orfani di affrontare al meglio il dolore per la drammatica e violenta scomparsa della mamma e avere una vita migliore. Le vittime secondarie del femminicidio in Italia dal 2000 a oggi sono ben 1.628! Un esercito di orfani abbandonati dallo Stato e dalle istituzioni. Molte volte i tribunali dei minorenni affidano questi bambini ai nonni, ma spesso sono anziani oppure poveri. Per quanto riguarda i femminicidi, l’Italian Journal of Pediatrics ha documentato che dal gennaio 2012 fino al mese di ottobre 2014 sono morte 319 donne e ben 209 su 319 sono state uccise dal marito o ex compagno. In meno di tre anni, gli orfani ammontano a 417, di cui 180 minori all’epoca dei fatti. 52 orfani, di cui 30 minorenni, hanno assistito direttamente al terribile omicidio. 18 bambini, di cui 9 minorenni, su 417 hanno perso la vita assieme alla madre. Dati raccapriccianti, allarmanti e inquietanti che devono scuotere la classe politica che finora non ha fatto nulla per gli orfani e ha fatto ben poco per arginare questa piaga della società.

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La proposta di SOS Stalking

L’avvocato Lorenzo Puglisi è il presidente e fondatore dell’associazione SOS Stalking e in questi ultimi giorni ha lanciato una lodevole e importante proposta alla classe politica per aiutare concretamente tutte queste vittime secondarie dei femminicidi che subiscono conseguenze spesso irreparabili: dal trauma legato allo shock, dall’indigenza alla mancanza di un’educazione adeguata e di una guida in un’età molto difficile. “Non è raro che i figli di questo genere di lutti finiscano sulla strada della delinquenza, o della droga – ha spiegato l’avvocato Puglisi all’Agi – Inoltre non esiste una norma specifica che tuteli o sostenga, anche economicamente, questi orfani speciali, a differenza di quanto invece accade per altre categorie, come per le vittime di mafia, o del terrorismo, ad esempio. Possiamo affermare che il dramma si somma alla tragedia”. Un piccolo passo in avanti sul tema è stato fatto dalla Regione Basilicata nel 2011 con la proposta di istituire un fondo regionale per gli orfani. Da qui la proposta dell’associazione SOS Stalking di istituire a livello nazionale un fondo vittime del femminicidio: “Esattamente come quello statuito con l’art. 278 della legge di stabilità 2016 che ha previsto un fondo di 30 milioni di euro per le vittime dell’amianto. Non si comprende, infatti, il perché un fenomeno sociale come l’omicidio di genere non debba sortire una presa di responsabilità da parte dello Stato che troppo spesso sembra accettare in silenzio le morti che si susseguono senza soluzione di continuità”.

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Lo Stato non può continuare a fare orecchie da mercante. Stop all’indifferenza e al negligenza! La proposta di SOS Stalking è utile, significativa e doverosa per colmare un vuoto legislativo inaccettabile e al tempo stesso per consentire a tutte le vittime di femminicidio di avere una vita un po’ più serena dopo anni e anni di dolore, sofferenza e strazio vissuti nel più totale silenzio e in solitudine.