Fausto Brizzi, la prima intervista dopo le accuse: 'Ho capito chi sono le persone superflue'

Il regista ha finalmente rotto il silenzio, dopo le pesanti accuse che gli sono state rivolte lo scorso anno: ecco le sue prime dichiarazioni.

Fausto Brizzi, la prima intervista dopo le accuse: ‘Ho capito chi sono le persone superflue’

Foto: Ansa

Fausto Brizzi racconta il suo difficile anno, alle prese con le accuse di molestie sessuali che gli sono state rivolte. Il regista è ospite a Verissimo, per la sua prima apparizione in televisione dopo tutto ciò che è accaduto. Un periodo terribile, che però gli ha permesso di capire molte cose. In primis, chi sono le persone che merita davvero di avere al suo fianco. Ecco che cosa ha rivelato Fausto Brizzi.

Fausto Brizzi: “Ecco chi mi è stato vicino”

Sull’onda del caso Weinstein, un anno fa Fausto Brizzi è stato accusato da diverse ragazze di abusi sessuali. Immediatamente finito al centro del vortice, il regista ha cercato di farsi forza stringendosi alla sua famiglia, consapevole di non essere colpevole. E in effetti, mesi dopo il tribunale gli ha dato ragione, scagionandolo da ogni accusa.

A Verissimo, Fausto Brizzi racconta questo difficile periodo: “La vera terapia di quest’anno è stata circondarmi di persone che mi volessero bene. Questa cosa mi ha permesso di passare da duemila a cento numeri sulla rubrica del cellulare. Improvvisamente capisci chi sono le persone superflue e quelle fondamentali.

È stato un periodo un po’ rocambolesco in cui sfuggivo ai giornalisti e in cui molte persone, che pensavo semplici conoscenti, invece mi hanno dato le chiavi della loro casa in caso di emergenza. Giravo con le chiavi di una quindicina di abitazioni sparse in tutta Italia anche perché i miei amici mi volevano vedere in casa”.

Il regista, che è comunque riuscito a portare a compimento un nuovo film, ha trovato il conforto anche di un collega e carissimo amico: “Paolo Ruffini l’anno scorso ha realizzato un documentario bellissimo sulla Resilienza, che io quest’anno ho imparato. Significa fare in modo che un evento negativo possa diventare positivo.

Non bisogna scoraggiarsi davanti a una difficoltà apparentemente insormontabile perché la puoi fronteggiare, aggirare e trasformare in qualcosa di buono. Il percorso è complicatissimo e il documentario di Paolo parla proprio di questo atteggiamento. È stata una delle persone che più mi è stata vicina in quest’ultimo periodo, con mia madre, Claudia, gli amici e la mia bimba di tre anni”.

Parole di Giulia Sbaffi