Endometriosi esterna pelvica: cos'è, sintomi, diagnosi e cure

L'endometriosi esterna pelvica consiste nella presenza di tessuto endometriale (che normalmente riveste le pareti dell'utero) in altre zone del nostro corpo, come le pelvi e l'addome. Questa patologia colpisce molte donne, anche se è di difficile diagnosi; infatti si tende a soffrirne dalla prima mestruazione fino alla menopausa. E' una tra le prime cause di infertilità, ecco perché se avvertiamo alcuni dei sintomi tipici è bene rivolgersi al ginecologo.

Endometriosi esterna pelvica: cos’è, sintomi, diagnosi e cure

Foto di Leszek Glasner / Shutterstock.com

L’endometriosi esterna pelvica è una malattia ancora poco conosciuta così come i suoi sintomi, la diagnosi e le cure possibili. L’endometriosi esterna colpisce in prevalenza le donne in età fertile; si stima che solo in Italia ne siano colpite 3 milioni di donne, prevalentemente nella fascia di età che va dai 29 ai 39 anni. Molte di noi non manifestano alcun sintomo e, per questo, l’unico segno in grado di diagnosticare il problema è l’incapacità di procreare. Infatti, uno dei principali problemi relativi all’endometriosi è l’infertilità femminile. Scopriamo come si differenzia questa tipologia del disturbo dalle altre e come possiamo riconoscerne i sintomi in tempo per poter affrontare la terapia più corretta.

Cos’è l’endometriosi esterna pelvica

L’endometriosi è una malattia a decorso cronico determinata dalla presenza di porzioni di endometrio al di fuori della cavità dell’utero, o dalla crescita di tessuto endometriale in sedi anomale.

Il nome deriva proprio dalla parola “endometrio”, cioè il tessuto che riveste la superficie interna dell’utero e che cresce e successivamente si sfalda ogni mese durante le mestruazioni. L’endometrio può essere localizzato anche nello spessore del miometrio, lo strato muscolare dell’utero, ed è in questo caso che si determina la cosiddetta adenomiosi o endometriosi interna.

Al contrario si parla di “endometriosi esterna pelvica” se il tessuto dell’endometrio cresce nella zona peritoneale o negli altri organi pelvici, come ovaie, legamenti uterini, setto retto-vaginale, tube, vescica, sigma, e così via.

Sintomi più frequenti

La principale sintomatologia dell’endometriosi riguarda forti dolori addominali o pelvici, continui o discontinui, spesso associati al ciclo mestruale.
I sintomi specifici dell’endometriosi esterna pelvica sono quanto mai vari, infatti, si possono riassumere in:

  • dolore pelvico
  • infertilità (incapacità di rimanere incinta)
  • mestruazioni abbondanti e dolorose
  • spotting, cioè perdite di sangue, tra una mestruazione e l’altra
  • dispareunia, o dolore durante i rapporti sessuali
  • irritazione peritoneale
  • stipsi o al contrario dissenteria
  • dolore ovarico intermestruale, cioè tra una mestruazione e l’altra
  • dolore durante l’evacuazione
  • perdita di sangue dal retto
  • sangue nelle urine
  • aborti spontanei
  • affaticamento cronico
  • menorragia, cioè l’aumento patologico dell’intensità e della durata della mestruazione
  • metrorragia, perdite di sangue abbondanti non legate al flusso mestruale
  • mestruazioni molto dolorose, o dismenorrea

Non è detto che chi di noi soffra di questi disturbi sia anche affetta dall’endometriosi esterna pelvica: si tratta, infatti, di sintomi comuni anche ad altre patologie. E’ per questo che dovremmo sempre rivolgerci a un medico specialista che possa fare una corretta valutazione, per farci una diagnosi corretta e puntuale.

Possibili cause

Le esatte cause dell’endometriosi esterna pelvica sono ancora poco conosciute. Alcuni fattori di rischio sembrano essere la giovane età e la familiarità con la malattia, cioè se anche nostra madre ne ha sofferto noi abbiamo più probabilità di esserne affette durante l’età fertile.
Tra i fattori di rischio sono stati individuati i seguenti:

  • Mestruazioni iniziate precocemente prima degli 11 anni
  • Cicli mestruali corti (meno di 27 giorni)
  • Mestruazioni abbondanti e prolungate (oltre 7 giorni)
  • Assenza di gravidanze
  • Esposizione ad agenti chimici

Come viene fatta la diagnosi

Diagnosticare l’endometriosi esterna pelvica non è facile, a causa dell’assenza di particolari sintomi che possono essere confusi con altre patologie. L’unico strumento diagnostico in grado di stabilire con certezza il problema è la laparoscopia, un semplice intervento effettuato in anestesia totale che permette di diagnosticare l’endometriosi, valutarne la gravità ed eventualmente intervenire in modo definitivo.

Questo intervento viene effettuato grazie alla pratica di tre o quattro piccoli buchi a livello dell’ombelico, a livello dell’attaccatura dei peli pubici e uno o due laterali. Viene, poi, inserito uno strumento a fibre ottiche che permette al chirurgo di osservare la cavità peritoneale e accertare la presenza del tessuto in eccesso.

Cure e trattamenti

Non esiste una cura definitiva per l’endometriosi esterna pelvica, ma è possibile alleviarne i sintomi. La prima terapia di supporto prescritta dal ginecologo è spesso la somministrazione della pillola contraccettiva che, prevenendo l’ovulazione, riduce lo spessore dell’endometrio e contemporaneamente il dolore associato al ciclo.
In alternativa a questa possono essere prescritti altri farmaci ormonali con il medesimo obiettivo.

Normalmente il dolore e i sintomi associati a questa patologia spariscono grazie alla terapia ormonale per bocca, ma non sempre è sufficiente: nei casi più gravi di endometriosi esterna pelvica, infatti, il ginecologo potrebbe valutare il ricorso alla chirurgia. Gli interventi mirano a eliminare il tessuto endometriale presente al di fuori dell’utero, cioè nella zona pelvica e addominale appunto, con l’intento di eliminare alla base la fonte del dolore.

Non si tratta comunque di soluzioni definitive perché l’endometriosi potrebbe “colpire” ancora, ma puoi informarti presso il tuo medico se i dolori sono così forti da impedirti di condurre una vita normale. Di seguito, vediamo le due principali metodologie di intervento.

Laparoscopia

La laparoscopia è la terapia migliore per curare l’endometriosi esterna pelvica, ed è l’unica cura chirurgica che assicura precisione, minore trauma e dolore. Inoltre, può essere praticata più volte per permettere di eliminare in maniera completa l’endometriosi. Si tratta di un intervento poco invasivo, che consiste nell’introduzione di strumenti chirurgici attraverso piccoli fori praticati nell’addome. E’ anche uno strumento diagnostico, come abbiamo visto, che consente di osservare più da vicino gli organi che possono essere stati colpiti dall’endometriosi esterna pelvica.

Intervento chirurgico

La terapia chirurgica per l’endometriosi esterna pelvica va dalla semplice asportazione dei focolai, all’isterectomia e all’annessiectomia, cioè l’asportazione di ovaie e tube. Queste opzioni sono prese in considerazione nei casi più gravi di endometriosi esterna pelvica.
Infatti le terapie hanno come scopo quello di conservare il più possibile le strutture genitali interne della donna, cioè l’utero, le salpingi o tube, le ovaie.

Nel caso in cui non si sia più in età fertile o non si abbia il desiderio di gravidanza e, inoltre, i dolori dell’endometriosi siano insopportabili, il ginecologo potrebbe presentarci una di questa opzioni, decisamente più drastiche rispetto alla semplice laparoscopia.

Testi a cura di: Veronica Caudullo

Parole di Redazione