Dopo il matrimonio: lui, lei e l'altra vita

Il remake dell'omonimo film di Susanne Bier del 2006 colpisce per una rilettura inversa e per un quartetto di eccezionali protagonsiti.

Dopo il matrimonio è un piccolo film danese che nel 2006 arrivò nelle sale rivelando il talento di Susanne Bier e fruttandole la candidatura all’Oscar per il miglior film straniero.

A quasi quindici anni di distanza, per quel vizio tutto americano di voler rifare quasi ogni pellicola di cui sia giunta notizia negli Stati Uniti, il regista Bart Freundlich ne dirige il remake omonimo, un’operazione che almeno sulla carta suscita mille perplessità.

La storia è quella di Isabel Andersen (Michelle Williams), volontaria in un orfanotrofio in India, che riceve l’invito a New York da parte di una grossa società, nella persona di Theresa Young (Julianne Moore), interessata a versare una cospicua donazione in suo favore per aiutarla nel gestire l’organizzazione benefica e a conoscerla prima di procedere.

Per Theresa sono giorni impegnativi, poichè la figlia Grace sta per sposarsi, ancorché giovanissima, e decide perciò di invitare Isabel al matrimonio, per continuare la sua conoscenza. Quest’ultima, una volta lì, farà una scoperta inattesa e sconcertante, che riguarda non solo la sua vita, ma anche quella di altri componenti della famiglia della stessa Theresa, portando alla luce dolorosi segreti…

L’omonimo rifacimento di Dopo il matrimonio stupisce per il risultato finale poiché, rispetto all’originale, ha deciso di invertire i sessi dei principali protagonisti, virando tutto al femminile e facendone così una contesa tra donne, tra due mondi completamente differenti, ma molto più connessi di quanto si potrebbe pensare.

Dopo il matrimonio di Bart Freundlich, regista di altri film non sempre memorabili, regge il confronto con quello di Susanne Bier funziona quindi come variazione sul tema anche grazie alle interpretazioni di tutti i quattro protagonisti principali, dalle due grandi attrici fino a un dolente Billy Cudrup, il marito di Theresa, e alla giovanissima e intensa Abby Quinn, la figlia Grace, che canta anche la canzone sui titoli di coda, “Knew for a moment”.

Voto Pourfemme: 4 stellette su 5