Dolore alla pianta del piede: cosa fare

Molte persone soffrono di dolori alla pianta del piede, ma il più delle volte, svanito l'effetto degli anti-infiammatori, il dolore si ripresenta e camminare diventa penoso.

Dolore alla pianta del piede: cosa fare

Un italiano su due soffre di dolori alla pianta del piede. Del resto, i piedi sono una parte molto importante del nostro corpo a cui spesso non si riserva proprio un trattamento di riguardo… soprattutto di questi periodi, quando con le basse temperature si presentano puntuali i geloni. Il dolore dell’avampiede, può essere provocato da una serie di fattori, solitamente, la causa più comune è lo sforzo eccessivo a cui sono sottoposte le ossa del metatarso. Il problema tende a ripresentarsi nel corso del tempo, perché sia gli antinfiammatori che i plantari non sempre sono la soluzione giusta.


Quando non si trova un rimedio efficace, il dolore si cronicizza e camminare diventa addirittura penoso. Inoltre, le scarpe con i tacchi alti o troppo strette in punta non fanno altro che aggravare la situazione. Senza contare che i clogs e le ballerine in pvc amatissimi dalle fashion addicted fanno male ai piedi. Cosa fare, allora, in caso di dolore alla pianta del piede? Prima di tutto, perché le cure risultino efficaci, è necessario raggiungere una diagnosi precisa.
 
Il percorso diagnostico inizia con le radiografie del piede sotto sforzo in stazione eretta e si analizza l’appoggio del piede con la baropodometria, l’esame computerizzato del passo, a cui segue l’esame clinico. Quando la diagnosi appare incerta, allora, è necessario un approfondimento diagnostico che chiarisce le cause di metatarsalgia.
 
Cause del dolore alla pianta del piede
pianta del piede

Il dolore, infatti, può essere dovuto al sovraccarico, ovvero, ad una pressione eccessiva nella zona dolente del piede, che causa un’infiammazione. L’esame computerizzato del piede viene usato proprio per tracciare la mappa delle pressioni, rivelando eventuali anomalie nell’appoggio del piede e dunque, un cedimento della volta trasversale del piede. In questo caso, l’arco del piede risulta appiattito o addirittura invertito. Lo stesso problema si presenta anche quando i metatarsi sono troppo lunghi. In questo caso si può intervenire con delle ortesi plantari, ma la soluzione definitiva è l’intervento chirurgico.
 
Ma il dolore alla pianta del piede, può essere causato anche da una frattura da stress, che coinvolge il secondo metatarso, il quale, essendo troppo lungo rispetto agli altri, si ripiega più e più volte fino a spezzarsi. Il dolore, infatti, non si percepisce da subito perché appare lentamente, man mano che l’osso si indebolisce. Alla fine il dolore diventa così forte che camminare diventa impossibile. In corrispondenza del metatarso fratturato compare anche un piccolo gonfiore, che il più delle volte sfugge alle radiografie. La frattura diventa evidente solo dopo qualche settimana, ma una diagnosi precoce è tuttavia possibile, grazie alla scintigrafia ossea.
 
Più difficile da individuare, invece, il neurone di Morton, una patologia infiammatoria dell’avampiede, che sfugge alle radiografie, alla ecografia e persino alla Rmn. I sintomi sono tipici: un dolore concentrato sotto l’avampiede che da la sensazione di un sassolino o di un chiodo, con il tempo a questo disturbo si aggiunge una sensazione di scossa elettrica e una e una riduzione della sensibilità del 3 e 4 dito. L’unica soluzione definitiva è l’operazione chirurgica.
 
Il dolore, può essere anche causato dall’alluce valgo, la cui deviazione fa si che il primo dito si appoggi sulle altre dita e le spinga lateralmente. Le articolazioni così vanno fuori posto e si lussano. L’ideale sarebbe intervenire chirurgicamente prima che il difetto limitato all’alluce diventi un problema anatomico a carico dell’intero avampiede.
 
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Parole di Tiziana